Sarà un ricordo che resterà a lungo. Parliamo della settimana trascorsa a Montalcino dagli studenti dell’Istituto di Turismo e Hotellerie del Quebec, uno dei più importanti del Nord America, che hanno fatto visita ad alcune aziende del territorio e ai luoghi più caratteristici della città. Per loro anche un seminario al Consorzio del Vino Brunello di Montalcino tenuto dal direttore Giacomo Pondini. “Nella nostra scuola abbiamo più di duemila studenti specializzati nel settore turistico, alberghiero e gastronomia - spiega il direttore generale associato dell’Istituto Paul Caccia che ha origini italiane - ma anche due ristoranti, una sezione per i banchetti e un albergo da quarantadue camere. Abbiamo un accordo, un protocollo d’intesa con il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino per dare la possibilità ai nostri studenti di incontrare i produttori, degustare i vini e diventare un po’gli ambasciatori del vino italiano in Canada. Venti anni fa ho messo su la Fondazione Magnani-Montaruli in onore di questi due pionieri dell’importazione del vino italiano in Canada. La Fondazione vuole aiutare gli studenti canadesi a conoscer meglio i prodotti italiani per diventare poi ambasciatori nella ristorazione del Canada. Una volta all’anno facciamo una grande serata gastronomica con un’asta a cui chiediamo ai produttori di aiutarci al fine di raccogliere i fondi per contribuire a far venire in Italia gli studenti e farli diventare dei sommelier sul posto e non studiando esclusivamente sopra i libri in Canada”. E i vini di Montalcino hanno dato una mano in questa direzione. Ma come vedono il nostro territorio i futuri professionisti del settore del Quebec? “Intanto il Brunello di Montalcino - prosegue Caccia - è un vino molto pregiato in Canada ed ha un mercato importante. Queste esperienze di condividere con i produttori, molto spesso di seconda e terza generazione, la storia è molto importante perché quando gli studenti ritornano in Canada oltre ad avere più informazioni sul prodotto si portano dietro la storia del Brunello e di Montalcino. Naturalmente il paese è bellissimo, come si produce il vino, la filosofia, la lentezza anche a livello di vita, che da noi è l’opposto, sono un patrimonio che mi auguro gli studenti manterranno con loro e porteranno in Canada: così quando incontreranno i clienti potranno parlare non solo di vino ma anche della storia di Montalcino”.
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