Miele, sarà una produzione ai minimi pure quest’anno? Ancora è presto per dirlo, i prossimi due mesi saranno forse decisivi. Ma qualche segnale, purtroppo negativo, è già arrivato. E la Coldiretti lancia l’allarme sugli effetti del maltempo che sta ostacolando il lavoro delle api disturbate dalle piogge che a marzo sono state addirittura superiori del 74% la media dopo che il gelo di inizio anno aveva causato la regressione dello sviluppo delle famiglie e ulteriori perdite di quelle già deboli e debilitate per via dalla siccità della scorsa estate, con forti aumenti dei costi di produzione per l’alimentazione delle api. Nelle campagne della Toscana e di Siena si producono mediamente 23mila quintali di miele, circa il 10% della produzione nazionale, per un valore di circa 16milioni di euro. Gli apicoltori nella nostra regione sono circa 4700 e sebbene sia un settore dove è sviluppato l’hobbismo, una buona parte di questi sono veri e propri imprenditori agricoli. L’anagrafe regionale ad oggi censisce oltre 98.000 arnie. Gli effetti del clima - rileva la Coldiretti - rischiano di aggravare una situazione già difficile dopo che la produzione di miele nel 2017 si è ridotta a meno di 10 milioni di chili, uno dei risultati peggiori della storia dell’apicoltura moderna da almeno 35 anni, mentre le importazioni hanno superato i 23 milioni di chili con un aumento di quasi il 4% rispetto all’anno precedente. Quasi la metà di tutto il miele estero in Italia arriva da due soli paesi: Ungheria con oltre 8 milioni e mezzo di chili e la Cina con quasi 3 milioni di chili. “Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità - consiglia Coldiretti - occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica”. Uno scenario che si fa inevitabilmente a tinte più scure anche per Montalcino. “La situazione è difficile - spiega Federico Ciacci, produttore e vicepresidente Asga - le api venivano già stressate dall’estate scorsa ma nonostante ciò fino a dicembre non avevamo allarmi particolari. Poi il gelo e l’inverno gli hanno dato un duro colpo e certe tipologie di miele, come le prime fioriture di erica, sono state compromesse. Con l’acacia dovrebbe andare meglio ma in ogni caso è prematuro fare un bilancio adesso pur constatando che i segnali negativi ci sono stati. Ora il tempo si è ripreso, a maggio-giugno avremo più indicazioni sulla produttività dell’annata”.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024