“La natura riesce a creare cose belle, basta saper aspettare”. La frase, semplice ma emblematica, è stata pronunciata molti anni fa da Franco Biondi Santi e descrive alla perfezione la scelta che Biondi-Santi annuncia oggi, a pochi giorni da Benvenuto Brunello, di fare del tempo una parte centrale della propria filosofia produttiva. “È nel rispetto del tempo che abbiamo deciso di tenere il Brunello Riserva 2012 e il Brunello Annata 2013 in cantina per ulteriori 12 mesi, prolungando l’affinamento in vetro per permettere ai vini di esprimere al meglio la loro innata eleganza”, si legge in un comunicato stampa che spiega questa decisione e racconta la Riserva 2012 e l’Annata 2013 che usciranno a gennaio 2019, rispettivamente 7 e 6 anni dopo la vendemmia.
“La mia famiglia - sottolinea Jacopo Biondi Santi - è stata benedetta con un terroir assolutamente unico alla Tenuta Greppo, che ci ha permesso di identificare il nostro clone, il BBS11, e di creare un Sangiovese con un’identità altrettanto unica, paragonabile a nessun altro vino nel mondo”.
Durante l’era di Tancredi Biondi Santi, che ha preso le redini dell’azienda nel 1922, i vini della Tenuta Greppo venivano affinati per 48 mesi in legno. Esempi del suo talento enologico sono le leggendarie Riserva 1955 e 1964, che tutt’oggi rappresentano una pietra miliare nella storia di Biondi-Santi. Franco, suo figlio e padre di Jacopo, ha preso in mano l’azienda nel 1970 e ha ridotto i tempi di affinamento in legno, passando a 42 e poi a 36 mesi, man mano che maturava in lui la comprensione che l’estrema longevità, segno distintivo del Brunello Biondi-Santi, è figlio dell’incontro tra finezza ed equilibrio, e finezza ed equilibrio si coniugano soprattutto attraverso un paziente affinamento in bottiglia. Alcune delle più rinomate Riserve dell’epoca di Franco sono il 1975 e il 2001. Jacopo ha lavorato per molti anni a fianco di suo padre e ricorda con particolare orgoglio la vendemmia 1983, quando fu reintrodotta la vinificazione in legno, e il 2010, considerato forse la migliore annata del nuovo millennio.
“Oggi rinnoviamo la nostra dedizione all’eccellenza, dando ai vini ancora più tempo per trovare l’equilibrio ideale, prima di lasciare il santuario della cantina - continua Jacopo Biondi Santi -. Ogni volta che assaggio la Riserva 2012 e l’Annata 2013, che secondo lo standard della denominazione possono essere presentati ora, sono sempre più convinto che questa scelta sia a favore non solo dell’evoluzione dei vini, ma anche dei nostri clienti. È la mia più grande ambizione che ogni bottiglia di Brunello Biondi-Santi sia memorabile, un’esperienza sensoriale inimitabile e gratificante, che si tratti di una vecchia Riserva o di un’Annata appena presentata. Questo traguardo può essere raggiunto solo aggiungendo tempo al tempo”.
Sia il 2012 che il 2013 sono stati anni caldi e poco piovosi, ognuno a suo modo, a Montalcino. La Riserva 2012 e l’Annata 2013, che saranno pronti per la vendita nel 2019, rappresentano quindi due distinte espressioni del terroir Biondi-Santi. Il 2012 incarna lo stile classico della Riserva Biondi-Santi, che si contraddistingue per la sua eleganza austera e per l’inviabile l’equilibrio tra struttura e acidità, un dono dei vecchi vigneti, piantati con il clone BBS11 ad altitudini elevate, che prosperano anche in un clima secco e caldo. Il 2013, grazie ad alcuni rovesci rinfrescanti nei giorni che hanno preceduto la vendemmia, mostra un profilo gustativo immediato e intensamente fruttato con una struttura piena ed avvolgente, ingentilita da invitanti note speziate.