Prima denominazione d’Italia ad inventare il format dell’“Anteprima” per la presentazione delle nuove annate dei vini con Benvenuto Brunello (quest’anno è l’edizione n. 26, dal 16 al 19 febbraio, ndr), prima denominazione ad aprire successivamente l’evento al pubblico degli appassionati con un biglietto d’ingresso (per il 2018 goo.gl/fWxUYF), quella del Brunello di Montalcino è stata, in questi giorni, la prima denominazione a far entrare ufficialmente una rappresentanza dei giornalisti del vino italiani nella Commissione d’Assaggio, che assegna il rating - da 1 a 5 stelle - all’ultima vendemmia.
Un momento che, fino ad oggi, in una sorta di “camera caritatis”, era riservato ad enologi italiani che lavorano nelle 250 cantine del territorio e ai tecnici del territorio di Montalcino, e che invece, così, si è aperto anche ad altre presenze e voci. Cosa che, peraltro, come riporta WineNews.it, ad alcune cantine di una delle denominazioni più blasonate del vino italiano non è piaciuta. 44 i vini in degustazione alla cieca, selezionati dal Consorzio del Brunello, con la media dei giudizi dei diversi degustatori che andrà a comporre il punteggio della vendemmia 2017 e da pochi mesi in cantina (e che alcune testate hanno già pubblicato, con valutazioni da 3 a 4 stelle).
In ogni caso, si tratta di una novità e di un altro tabù che cade nella sfera enoica. Di certo, l’importanza ed il valore del Brunello di Montalcino, il vino italiano (insieme al Barolo) più ammirato e affermato dalla critica italiana e mondiale, vogliono che il parterre di firme e critica esterne alla cerchia dei tecnici e del territorio, siano della massima autorevolezza riconosciuta e del massimo prestigio condiviso, così come è per il vino.