Il furto a Col d’Orcia, su cui stanno indagando i Carabinieri, avviene a poco più di un mese di distanza da quello di Cupano. Era la notte tra il 5 e il 6 dicembre quando dei ladri si intrufolarono nella proprietà dell’azienda, in località Camigliano, e si portarono via 900 bottiglie tra Brunello e Brunello Riserva. Alcune di queste bottiglie, circa 200, sono state ritrovate nella macchia che circonda Montalcino, tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. E se dal punto di vista economico nulla cambia (le bottiglie, soggette a pioggia e freddo, non sono più vendibili), il ritrovamento aggiunge un tocco di mistero alla vicenda, come spiega alla Montalcinonews Ornella Tondini, proprietaria di Cupano assieme al marito Lionel Cousin. “La nostra tenuta è abbastanza isolata, col bosco intorno e una strada bianca da Camigliano. Le bottiglie sono state nascoste in tre punti diversi, come se i ladri avessero avuto problemi di peso”, racconta Tondini. I primi cartoni ad essere ritrovati, lo scorso 21 dicembre, erano nel punto più lontano dalla cantina, alla fine della strada. In seguito, a ridosso di Capodanno, un cacciatore ne ha trovati un’altra dozzina in un posto impervio, molto pericoloso, utilizzato come punto di osservazione durante le battute di caccia. “Un luogo che solo una persona esperta conosce. Nemmeno noi eravamo a conoscenza”. Una volta arrivati i Carabinieri, vengono trovati altri quattro cartoni lungo la strada per tornare alla cantina, cioè il punto più vicino al luogo del furto. “Se un carico è pesante, è strano che quattro scatole vengano lasciate subito e ben 17 quando ormai i ladri avevano il via libera”. Ma c’è un altro elemento che non quadra. “Mio marito misura sempre le precipitazioni e, secondo i suoi calcoli, i primi cartoni ad essere trovati avevano preso 64 mm di pioggia. Erano bagnati ma in buono stato, quasi come se fossero stati riportati in un secondo momento. Fosse così, sarebbe ancora più curioso”.
Di sicuro gli artefici del misfatto conoscevano il posto, di sicuro hanno agito su commissione. Le stesse dinamiche di Col d’Orcia, ed è probabile che la matrice sia identica, come ha spiegato il maresciallo Valentino Ascenzi. Cupano prenderà sicuramente dei provvedimenti, come l’impianto di allarme. “Assolutamente, siamo già in contatto con chi di dovere - continua Tondini -. Il piano di sorveglianza? Il sindaco ci aveva mandato un comunicato prima del furto e avevamo mostrato già il nostro interesse. È una cosa importante. Montalcino è sempre stata un’oasi particolare. Un paesaggio incredibile, pacifico, miracolato, fuori dal mondo. Io non mi ero mai sentita inquieta. Ma adesso…”.
A voler essere ottimisti, una situazione di emergenza potrebbe spingere ad aggregare, a fare fronte comune. “C’è sempre stata poca coesione tra i produttori - conclude la proprietaria di Cupano - ma dopo il furto ho avuto una percezione differente. Abbiamo ricevuto centinaia di messaggi, anche da chi non frequentavamo, e mi ha fatto molto piacere. Quando si creano queste situazioni di cordialità ci si saluta in un altro modo, si impara a conoscersi, a bere un bicchiere insieme”.