Dal prossimo anno le mense biologiche scolastiche italiane saranno certificate. Il progetto, presentato ieri a Milano, è stato lanciato dal ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina. Le scuole che vorranno utilizzare il marchio biologico volontario dovranno garantire delle percentuali minime di utilizzo di prodotti biologici e degli specifici requisiti. Ci saranno due simboli, una medaglia d’oro e una d’argento. Per le mense con la medaglia d’argento sarà sufficiente il 30% di biologico per prodotti lattiero - caseari (escluso lo yogurt), carne, pesce da acquacoltura, mentre per quelle con la medaglia d’oro la percentuale sale al 50%.
“Su questo progetto abbiamo impegnato 20 milioni di euro annuali da qui al 2020 - ha commentato Martina, come riportato dall’Ansa -. Essere i primi in Europa a fare questo lavoro di certificazione nelle scuole mi pare un punto rilevante”. Il sistema introduce anche alcuni criteri premiali, come il recupero degli alimenti per la donazione ad associazioni e il lavoro sugli alimenti biologici di vicinato, prodotti da aziende che fanno riferimento al territorio. “In Italia ci sono circa 1.200 mense scolastiche che già lavorano con il biologico - ha aggiunto il ministro -. L’obiettivo è quello di allargare questi numeri e di aumentare la qualità di queste mense che già ce l’hanno”.
Bio, chilometro zero, prodotti del territorio. Parole ben conosciute a Montalcino, dove esattamente un anno fa venne presentato il “Paniere magico”, progetto alimentare che riunisce tutte le specialità del distretto agricolo del nuovo comune di Montalcino per offrire alle mense scolastiche (Infanzia e Primaria) prodotti sicuri e di filiera corta, provenienti da aziende agricole del territorio: farro bio, orzo bio, fagioli, lenticchie, ceci bio, ricotta di pecora, pecorino fresco, zafferano, miele di millefiori, tartufo, prugne essiccate, cinghiale. L’iniziativa del ministro Martina potrebbe interessare, quindi, anche Montalcino? “Abbiamo già introdotto i prodotti del territorio nelle nostre mense - commenta alla Montalcinonews il sindaco Silvio Franceschelli -. Alcuni sono biologici, altri no, ma sono comunque tutti di altissima qualità. Non possiamo non dare alle mense lo zafferano perché non è bio. Il tartufo, poi, non puoi certificarlo, ma è comunque di grande qualità. Biologico, biodinamico, convenzionale: va bene tutto purchè sia di qualità. Noi non vogliamo aderire a dei progetti solo perché sono previsti degli incentivi. Vogliamo aderire a progetti che ci rappresentano. Il nostro paniere è molto vasto, ma non disponiamo di tutti i prodotti. Non abbiamo per esempio la carne, e su questo serve massima attenzione. Mi piacerebbe allargare il progetto ai territori limitrofi, penso all’ortofrutta del grossetano o la Chianina della Valdichiana. Quando faremo il nuovo bando studieremo ulteriori forme di integrazione”.
Il “Paniere magico” è stato un progetto su cui ha lavorato molto Franceschelli in persona. “Noi dobbiamo insegnare l’appartenenza territoriale anche a tavola, con un’educazione culturale al prodotto - spiega il sindaco -. Lo si fa con il paniere, ma anche, per esempio, coinvolgendo i ragazzi dell’Agrario, con l’olio raccolto dagli olivi del Comune che finirà, in parte, nelle mense scolastiche”. Tutto questo mentre va avanti il piano “distretto rurale”. “Abbiamo avuto un incontro con la Regione - aggiunge Franceschelli - e stiamo ragionando su varie cose. C’è già uno schema architettonico del Distretto. Dobbiamo studiare le modalità di gestione amministrativa, ci penseremo dopo le Feste. Siamo comunque a buon punto sulla fase organizzativa”.