La Sagra del Tordo è terminata ed è ormai tempo di bilanci. La festa si conferma in salute, nel weekend Montalcino si è popolata di numerosi turisti e i Quartieri hanno dimostrato ancora una volta il loro importante ruolo sociale per la comunità. Rimane forte (e piace) il legame con Siena come dimostrato dalla realizzazione dell’opera di Laura Brocchi e illustrata al pubblico dalla storica Maddalena Sanfilippo. Eppure, a più riprese, durante gli eventi (e dopo) che hanno preceduto la gara di tiro con l’arco, si è parlato di come questa manifestazione dovrà e potrà cambiare in futuro. La Sagra del Tordo si è evoluta e non è rimasta immobile nel corso degli anni. Non sempre in modo positivo però, come hanno sottolineato alla Montalcinonews gli arcieri che hanno vinto la Freccia d’Oro, critici sui regolamenti e in particolar modo sul sorteggio dei tiratori.
Un ragionamento però dovrà essere fatto anche sul calendario degli eventi. E’giusto concentrare tutto in un solo weekend? Sono molte le voci che abbiamo raccolto e che suggeriscono l’idea di “spalmare” in due settimane il programma, dividendo l’aspetto enogastronomico da quello liturgico, storico e della gara. La Sagra del Tordo potrebbe così diventare più attrattiva al mondo esterno e crescere qualitativamente nella proposta delle iniziative. Un aspetto da tenere fortemente in considerazione. Alessandro Nafi, delegato alle Feste Identitarie, ha anticipato alla Montalcinonews alcune modifiche che saranno discusse prossimamente. “Pensiamo a qualcosa di diverso. Soprattutto per i tempi di attesa del torneo di tiro con l’arco che sono a volte troppo lunghi. C’è poi un ragionamento più complesso da fare: dopo la fusione con San Giovanni d’Asso vanno rivisti i regolamenti riferiti al vecchio Comune di Montalcino, almeno la parte inerente al tiro e alla sfilata del corteo. Faremo una riunione con presidenti e capitani e poi ci avvarremmo di una consulenza legale per mettere nero su bianco. Un esempio: il regolamento dice che gli arcieri devono essere nati nel comune di Montalcino, come la mettiamo adesso con San Giovanni d’Asso? E poi un’altra cosa di cui si parla da venti anni: l’aspetto enogastronomico va bene così? Gli stand non è forse meglio farli in legno? La gara va abbellita a livello scenografico, è da valutare l’idea di affidarsi a uno sceneggiatore di Cinecittà? Possiamo poi pensare ad altri tipi di intrattenimento, ad esempio in Fortezza che adesso viene utilizzata solo per l’omaggio alla castellana. Ho proposto tutto questo ai capitani, nei mesi invernali provvederemo ad un piano d’azione. Vorrei che mi dessero un programma di mandato condiviso, ci sono quattro anni davanti: il tempo c’è per dare un senso alla festa”.
Ivo Caprioli, 98 anni, la Sagra del Tordo l’ha inventata e il suo parere è di quelli pesanti. “La festa va bene. Lo spirito è rimasto invariato con tanti ragazzi che vogliono bene alla Sagra. Però è giusto guardare al futuro: ci sono anche delle cose che non mi piacciono e che meritano di essere cambiate”. Poi ricorda come è nato il tutto. “L’idea del tiro con l’arco è venuta a me. Quando studiavo a Torino e andavo a correre nei prati vedevo i ragazzi che si cimentavano in questa attività. Ci provai anche io e l’ho proposta a Montalcino, da qui è nata la festa come la vediamo oggi. Cosa non mi piace adesso? I vestiti. Gli abiti una volta erano belli, con una qualità maggiore. Quando si faceva la Sagra del Tordo in Fortezza c’entrava meno gente ma era forse uno spazio più consono.”
Sono senza dubbio da apprezzare le idee del delegato alle Feste Identitarie del Comune di Montalcino Alessandro Nafi, soprattutto per quanto concerne la parte gastronomica distaccata dalla gara di tiro con l’arco e un abbellimento del campo di tiro. Mi pare a questo punto del tutto tramontata l’idea del tiro in Fortezza e pertanto credo opportuno che i Quartieri si mettano intorno ad un tavolo e decidano il da farsi, soprattutto per quanto concerne il capo di tiro che così come è oggi è veramente penoso. Il tempo per parlarne c’è, ma basta che quando si è deciso, si vada avanti spediti e non come è successo appunto per il progetto suddiviso in tre punti (gara in Fortezza, enogastronomia e costumi) ormai datato ( oltre 10 anni )attuato solo in minima parte.
Ritengo che la suddivisione tra parte gastronomica e gara di tiro con l’arco possa far far un salto di qualità alla manifestazione in quanto ho sempre sostenuto che i Quartieri con le loro manifestazioni devono esser un valore aggiunto a Montalcino e non antagonisti di attività commerciali.
Vorrei far notare come a Montalcino nei ristoranti, alberghi, bar negozi in genere ecc. ci sono pochissime per non dire nessuna esposizione di foto della Sagra del Tordo; abbiamo poi un museo del costume, realizzato allo scopo che dovrebbe essere aperto e pubblicizzato per dare maggior risalto alla manifestazioni.
Avrei ancora tante altra cose da dire, ma se capiterà l’occasione e se richiesto, ne parlerò volentieri perché sono convinto che le nostre feste abbiamo bisogno di un rilancio, soprattutto di immagine che contribuisca a far conoscere Montalcino anche sotto questo aspetto, nell’ottica di ricadute, anche se limitate, sul territorio.