Buon compleanno Slow Food. Ricorrono oggi i 30 anni dalla nascita del manifesto che ha cambiato la mentalità e l’approccio sul modo di pensare al cibo. “Questo secolo è nato, sul fondamento di una falsa interpretazione della civiltà industriale, sotto il segno del dinamismo e dell’accelerazione: mimeticamente, l’uomo inventa la macchina che deve sollevarlo dalla fatica ma, al tempo stesso, adotta ed eleva la macchina a modello ideale e comportamentale di vita. Ne è derivata una sorta di autofagia, che ha ridotto l’homo sapiens ad una specie in via di estinzione, in una mostruosa ingestione e digestione di sé.” Inizia così il manifesto dello Slow-food pensiero, pubblicato il 3 novembre 1987 sulla prima pagina del Gambero Rosso, all’epoca supplemento gastronomico del quotidiano Il Manifesto. Tre decenni sono passati e di strada ne è stata fatta molta da quando l’associazione Arcigola muoveva i primi passi con il movimento internazionale Slow Food che oggi coinvolge milioni di persone in oltre 160 Paesi e che lavora affinché tutti possano avere accesso a un cibo buono, pulito e giusto. Eppure forse non tutti sanno che in questa lunga e fortunata storia anche Montalcino ha un ruolo da protagonista. Spesso viene ricordato in città un episodio particolare. Proprio nella terra del Brunello, infatti, l’associazione della chiocciola ha scritto i suoi primi capitoli grazie ad Arcigola ovvero il concorso dedicato alle cucine degli Arci di tutta Italia che premiava, a Montalcino, la gastronomia di qualità. Winenews in un articolo del 21 febbraio 2015 riportava le dichiarazioni del fondatore di Slow Food. “Ci fu una serata in cui fui messo sotto processo - ricordò Petrini - ero venuto nell’’82 ad una Festa dell’Unità, quando c’erano ancora, dalle Langhe, per assaggiare quel Brunello straordinario. Ma la qualità del cibo era scadente e portarono del Rosso di Montalcino, spacciandolo per Brunello. Inviai una lettera di protesta durissima, dicendo che se nelle Langhe avessimo spacciato Nebbiolo per Barolo, ci avrebbero messo alla gogna. La risposta arrivò subito, con un invito per il 1983 per un convegno: “L’enogastronomia nella tradizione delle Case del Popolo”. C’è da fare battaglia? Chiesi quando arrivai in una Casa del Popolo affollatissima di persone cui distribuivano la mia lettera. “No, da riflettere” mi risposero. Mi misero su un trespolo ed iniziò una specie di processo, con tanto di portavoce delle donne che avevano cucinato nelle cucine dell’Arci”. “Intervenni leggendo un pezzo di un’analisi organolettica perfetta - proseguì Petrini - sapete chi l’ha scritta? Una vostra grande concittadina, Santa Caterina da Siena nel descrivere l’amplesso della comunione e la carne del Cristo nei minimi particolari”. In quel momento arrivò la svolta perché “il fronte si è spaccato, e un compagno ha ammesso che il mio metodo era giusto, ma non le parole che avevo usato. E da lì, con il Brunello, quello vero, nei calici, è nato uno dei primi Circoli Arcigola”. E una storia all’insegna della qualità che ha ancora molto da dire. E Montalcino, con un pizzico di orgoglio, esibisce già da anni nel suo centro storico la famosa piastrella con la chiocciolina.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024