C’è una parentesi, seppur piccola, che lega uno dei territori più belli d’Italia, Montalcino, con l’arte. Qualche piccolo passo avanti è stato fatto negli ultimi anni con l’apertura di una galleria d’arte, La Linea, e con il coinvolgimento di artisti nelle Feste Identitarie. Ma la vera spinta verso l’arte moderna l’ha data sicuramente Sandro Chia, artista di livello mondiale che ha deciso di diventare anche produttore di Brunello. Lo stesso Sandro Chia che è entrato nella top 500 di Art Price 2016, il report che classifica gli artisti internazionali in base al fatturato e ai lotti venduti nelle aste. Chia, nella classifica entra al posto n. 336 con 401.000 dollari di fatturato e 62 lotti venduti. Ma c’è un altro artista che è entrato in questa speciale classifica che ha legato il suo nome a Montalcino: Mimmo Paladino. Il transavanguardista ha infatti firmato (insieme allo stesso Chia e a Gian Marco Montesano, Bertozzi&Casoni e Pino Deodato) la piastrella della vendemmia 2015. Ed è nella classifica di Art Price al posto n.192 con 833.000 dollari di fatturato con 56 lotti venduti.
Focus - Gli Artisti
Sandro Chia - Nato a Firenze nel 1946 a formatosi a Firenze all’Accademia di belle arti, ha viaggiato in India, in Turchia e in Europa, prima di stabilirsi a Roma nel 1970. Inizialmente orientato verso l’arte concettuale, a metà degli anni Settanta Chia si è accostato alla figurazione, emergendo tra i protagonisti della transavanguardia. Dal 1981 si è trasferito a New York, lavorando tra gli Stati Uniti e l’Italia. Ha elaborato un linguaggio ironico e allusivo, ricco di riferimenti all’arte rinascimentale e ai movimenti artistici della prima metà del Novecento. Ha realizzato opere di grande formato, caratterizzate dall’uso di impasti cromatici corposi e accesi e da un segno pittorico forte e dinamico, frequentemente popolate da eroiche figure maschili che tornano anche nelle sculture in bronzo, spesso dipinte in colori vivaci. Ha esposto le sue opere in importanti rassegne e in numerose personali (1983, New York, S. R. Guggenheim Museum; 1984, New York, Metropolitan museum of art; 1984 e 1988, Biennale di Venezia; 1992, Berlino, Nationalgalerie; 1995, Roma, Villa Medici; 1997, Siena, Magazzini del sale; 2000, Trento, Galleria civica di arte contemporanea; 2002, Firenze, Palazzo Pitti; 2003, Milano, Spazio Bisazza; 2006, San Josè, Costa Rica, Klaus Steinmetz Arte moderna; 2007, Pietrasanta, duomo di Sant’Agostino; 2009-10, Roma, Galleria nazionale d’arte moderna).
Mimmo Paladino - Mimmo Paladino nasce a Paduli (Benevento) nel 1948 e lavora oggi tra la sua terra d’origine e Roma. È uno dei rappresentanti più affermati della Transavanguardia, movimento teorizzato nel 1980 dal critico Achille Bonito Oliva che esplode nella sezione “Aperto” della Biennale di quell’anno: gli artisti rivendicano un ritorno alla pittura a scapito della smaterializzazione voluta dal Minimalismo e Concettualismo. L’esperienza di Paladino si evolve negli anni Ottanta unendo al linguaggio astratto una rinnovata attenzione per il figurativo. Nel 1964, visitando la Biennale di Venezia, riceve una forte impressione dagli artisti Pop americani. Attraverso densi riferimenti al mito e sviluppando immagini archetipiche postula un’arte dal sapore arcaico, mediterraneo, onirico, che ha come perno il tema della memoria e del frammento. Le sue statue sono icone, maschere antiche, geometrizzanti, quasi un alfabeto di segni che tornano in maniera ciclica. Paladino si dedica, oltre che alla pittura e alla scultura, anche all’incisione: l’acquaforte, l’acquatinta, la linoleografia, la xilografia. Interviene poi sul territorio, con installazioni per chiese, piazze e palazzi. Altro luogo privilegiato è il teatro per il quale svolge un’attività intensa di scenografo (sovente in coppia con Mario Martone) che gli frutta il premio Ubu per l’Edipo a Colono. Si cimenta anche nel cinema.