“Il 78 per cento degli italiani in vacanza, quando mangia fuori, è attratto dalla cucina tipica del luogo in cui si trova, a conferma dell’importanza della difesa dell’identità alimentare nazionale che rischia di sparire dalle strade e dalla piazze delle città italiane”. E’ quanto afferma la Coldiretti, sulla base di una indagine Ixè, nel commentare il decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei Ministri, che sarà trasmesso al Parlamento in cui è stata introdotta, su indicazione del Ministro dei beni culturali e turismo Dario Franceschini, una norma che prevede che i comuni, d’intesa con le Regioni, possano individuare zone aventi particolare valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico in cui vietare o subordinare ad autorizzazione l’esercizio di attività commerciali non compatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Ed i territori da difendere sono proprio quelli come Montalcino, che è composto, come un mosaico antico, da mille tessere diverse: dal Brunello al cibo della tradizione, dal turismo alla storia, dalla cultura al misticismo fino ad arrivare ai paesaggi mozzafiato. “I turisti italiani e stranieri quando arrivano nelle città - sottolinea la Coldiretti - si aspettano di mangiare prodotti della tradizione locale che sono la vera forza della vacanza Made in Italy, conquistata con la distintività, la biodiversità e il legame con il territorio”. L’Italia deve difendere il primato enogastronomico conquistato a livello internazionale dove il Belpaese è l’unico al mondo con 4886 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 283 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma ha conquistato anche il primato green con quasi 50mila aziende agricole biologiche in Europa e ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni ogm a tutela del patrimonio di biodiversità.
Esclusività di prodotto, sostenibilità etica, attenzione al pericolo della massificazione e dialogo costruttivo tra impresa e territorio: tutto questo può essere il mix vincente che, se elaborato in una chiave personalizzata, può far la differenza e può fare in modo che il territorio di Montalcino, così come il suo prodotto principe, il Brunello, e le sue specialità gastronomiche, possano crescere come brand e migliorare, per essere competitivi per “salire” sulla cresta dell’onda senza mai rischiare di affogare.
Ma qual’è la miscela giusta che può dar vita a questo tipo di evoluzione? Puntare sul turismo per realtà come quella di Montalcino, è un dovere, ma non per questo è necessario investire energie nella ricerca della quantità di visitatori da attrarre. Il segreto sta nella qualità. Il turista, da quello che viaggia lussuosamente a quello “mordi e fuggi”, è sempre alla ricerca di emozioni e tipicità, vuol essere coccolato ed è alla ricerca di sensazioni e buone impressioni. E come si riesce a catturare il cuore dei visitatori per fare in modo che abbiano un ricordo indelebile del luogo che hanno visitato? Custodire, curare le proprie risorse, dedicarsi anima e corpo a ciò che l’ambiente ha da offrire, diversificando l’offerta, sempre nella ricerca dell’alta qualità, e rendendo appetibile e fruibile il territorio in ogni sua forma e nella sua più profonda sostanza.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30