Alla vigilia di un “Benvenuto Brunello” particolare, quello 2016, che festeggia i primi 50 anni dal riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata, è tempo di fare statistiche, esaminare dati che, da un’analisi di www.winenews.it, non possono che essere definiti entusiastici. Stando proprio ai numeri usciti oggi sul sito più cliccato dagli amanti del buon bere, dal 1966, anno proprio del riconoscimento della Doc, ad oggi, l’incremento di valore di un ettaro di vigneto a Brunello è del 2.474%. Un record, a 50 anni esatti dal riconoscimento della Doc, per Montalcino, dove si coltiva il Sangiovese più amato al mondo. Ecco perché i vigneti di Montalcino “siedono” sull’Olimpo di quelli più pregiati al mondo, con una crescita in valore di oltre 25 volte tra il 1966 e il 2016: nel 1966 un ettaro di terreno vitato e/o vitabile (fabbricati annessi) valeva 1,8 milioni di lire, pari a 15.537,15 euro (cifra ottenuta con il calcolo dei coefficienti Istat per l’attualizzazione dei valori) ed oggi un ettaro di Brunello vale ben 400.000 euro.
Valori importanti, dall’analisi di WineNews, che sottolineano un tasso di crescita notevole, anche considerando l’incidenza del costo della vita e l’introduzione dell’euro, a conferma del ruolo di primaria grandezza nel panorama enologico non solo italiano, ma anche mondiale, che il Brunello di Montalcino ha conquistato in un lasso di tempo relativamente breve. Da quando, cioè, il 28 marzo 1966, il Decreto del Presidente della Repubblica assegnava al rosso toscano la Denominazione di Origine Controllata, riconoscimento che, al di là di dibattiti sempre aperti e con le sue “imperfezioni”, disegnando la geografia enoica italiana, consegnava ai Consorzi di tutela la possibilità di stabilire la classificazione dei vini italiani. E, in questo senso, il Brunello è riuscito a posizionarsi ai vertici di questa gerarchia.
Nel recente passato, e non fa male ricordarlo, la situazione del Brunello non era affatto così prospera: tra il 1955 e il 1970 - racconta www.winenews.it - Montalcino entrò in una profonda crisi economica e sociale, diventando una delle località più depresse del territorio di Siena, dove la penuria di lavoro causò un preoccupante calo della popolazione residente (gli abitanti passarono dai 10.203 del 1951 ai 6.297 del 1971, secondo le cifre dei censimenti Istat). Ma Montalcino, evidentemente, è cresciuto in notevole misura e in appena mezzo secolo anche in fatto di ettari di vigneto dedicati alla coltivazione del Brunello, passando dai 64 ettari del 1967 (anno di costituzione del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino) agli attuali 2.101 ettari.
In 50 anni la scommessa di Montalcino sul Brunello, il successo di questo vino sul mercato e tra la critica internazionale, e l’operato delle aziende nell’accrescerne l’immagine, lo hanno portato ad essere uno dei territori più importanti d’Italia e non solo, dove l’interesse crescente degli investimenti, si traduce in compravendite eccellenti.
Focus- Il commento di Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello
“Numeri importanti, che ci rendono orgogliosi e che sottolineano l’eccezionalità di questo territorio ed il lavoro instancabile dei produttori. La filosofia, portata avanti con coerenza negli anni, che ci ha spronato a puntare sulla ricerca della qualità attraverso l’equilibrio fra produzione e territorio ha fatto in modo che Montalcino, nel tempo, conoscesse una crescita ininterrotta trasformando il Brunello, in 50 anni, in un qualcosa di unico ed irripetibile”. Così Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello, ha commentato l’analisi di WineNews, il sito più cliccato dagli amanti del buon bere, dalla quale si apprende che dal 1966, anno del riconoscimento della Doc, ad oggi, l’incremento del valore di un ettaro di vigneto a Brunello è del 2.474%.