“Wine Architecture” è un circuito di 25 cantine d’autore e di design, ed ovviamente Montalcino ed i templi del Brunello non potevano certo mancare, firmate dai grandi maestri dell’architettura contemporanea. Veri e propri templi del vino progettati da nomi come Mario Botta, Renzo Piano e Tobia Scarpa. Edifici bellissimi, perfettamente integrati con il paesaggio circostante, cui sono associate tecnologie all’avanguardia nella costruzione e produzione. Ad esse si affiancano poi cantine che ospitano installazioni artistiche e che hanno sviluppato rapporti interessanti con l’arte moderna, creando un sistema culturale e produttivo vitale e innovativo. Tra le 25 cantine, che hanno aperto le proprie porte a visite e degustazioni, 2 si trovano nella culla del Brunello.
Come si legge sul sito interamente dedicato a questo progetto (http://winearchitecture.it/), la prima è la cantina di CastelGiocondo, pensata e progettata dall’architetto Piero Sartogo si sviluppa quasi interamente nel sottosuolo. In superficie emerge un grande portone d’ingresso circondato da una vasca d’acqua che ne riflette i contorni e che, al contempo, crea il microclima ideale nella sottostante barriccaia. Una doppia scalinata introduce all‘interno della cantina, la quale si apre agli occhi del visitatore come un’intima e silenziosa cattedrale del vino. Oltre le arcate della navata si trova la barriccaia, dove vengono affinati per anni il Brunello e i grandi vini della Tenuta.
Altra cantina d’autore nel territorio del Brunello è La Cantina di Montalcino, collocata proprio davanti alla collina dove svetta la città, immersa tra i prati, gli ulivi e gli splendidi vigneti della Val di Cava, lungo lo straordinario percorso dell’Eroica. Da oltre 40 anni è l’unica realtà cooperativa vitivinicola della zona. La struttura della cantina di recente costruzione è senza dubbio particolare. La caratteristica copertura riprende il naturale movimento delle colline senesi. Un ponte di legno attraversa per intero il piano di vinificazione, mentre al piano interrato il vino riposa e si affina lontano da rumori e luci in botti di rovere e barriques. Oltre il 50% della cantina è interrata, come da tradizione, per consentire un più facile controllo della temperatura ed un risparmio energetico. Le acque di lavorazione sono trattate con depuratori aerobi e microbatteri naturali. Il riscaldamento dell’acqua di sorgente e buona parte dell’energia elettrica necessaria vengono prodotti in autonomia con l’aiuto del sole. Storia, territorio, natura, tecnologia, tradizione e vino: questa la sintesi della Cantina di Montalcino.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30