Dal Brunello di Montalcino al Chianti Classico, da Bolgheri al Nobile di Montepulciano, passando per Igt prodotti dalla Maremma ai terroir del Chianti, le denominazioni più blasonate, sono tra le più premiate al mondo e tengono alto il valore della ‘Toscana del vino’. Un brand che tra denominazioni affermate e emergenti si prepara al Buy Wine (12-13 febbraio), la borsa del vino organizzata da Toscana Promozione con 240 buyer da tutto il mondo e alle proprie anteprime (12-20 febbraio).
Guardando alle principali guide italiane, nelle edizioni 2016, la Toscana è leader assoluta nella Guida “Vini d’Italia” del Gambero Rosso (con 79 “Tre Bicchieri”), e dietro solo al Piemonte nelle guide “Vini d’Italia” de L’Espresso, “Bibenda”, “Slow Wine” (con “I Grandi Vini”, quelli valutati solo per la loro qualità), e “Vitae” dell’Ais-Associazione Italiana Sommelier:
Ancora meglio è andata oltreconfine, con la Toscana che tiene alta la bandiera del vino italiano nei giudizi delle più importanti riviste e firme della critica enoica internazionale. Al top ci sono i due 100/100, il massimo punteggio possibile, che “The Wine Avocate”, la voce più influente della critica mondiale ha assegnato nel 2015 al Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2010 de Il Marroneto e al Brunello Tenuta Nuova 2010 di Casanova di Neri (inseriti anche nella “Robert Parker Wine Advocate Best 50 of 2015”, la classifica dei migliori assaggi dell’ultimo anno, insieme ad un’altra grande chicca del vino toscano fresca di debutto, l’Ornellaia Bianco 2013 della Tenuta dell’Ornellaia, celebre per il grande rosso bolgherese).
Per “Wine Enthusiast”, è il Chianti Classico Gran Selezione il miglior vino del mondo dell’anno, secondo la “The Enthusiast 100” 2015 della nota rivista americana, che vede in classifica altri 4 vini toscani: il Borgonero 2011 di Borgo Scopeto, il Chianti Rufina 2013 di Selvapiana, il Brunello Varco 2010 di Molino di Sant’Antimo ed il Brunello 2010 di Ridolfi. Brunello che, grazie alla qualità e alle recensioni dell’annata 2010, porta la Toscana anche tra i primi 10 della “Top 100” di “Wine Spectator”, con il Brunello 2010 de Il Poggione alla posizione n. 4. Dietro è sempre Toscana con ben 11 vini (su 20 italiani) da 4 denominazioni diverse (5 Brunello, 3 Bolgheri, 2 Toscana Igt, un Chianti, un Nobile). Tra gli alfieri, dal Brunello 2010 di Pertimali di Livio Sassetti al Bolgheri Volpolo 2012 di Podere Sapaio, dal Brunello 2010 di Collosorbo al Chianti Classico 2011 del Castello d’Albola, dall’Ilatraia 2012 di Brancaia a Il Fauno 2010 di Arcanum, fino al Guado al Tasso 2012 di Marchesi Antinori.
E la Toscana vince anche nella “Top 100 Wines 2015” del portale Usa “International Wine Report”, che mette in fila i migliori vini sul mercato seguendo tre criteri: voto sulla qualità espresso in centesimi, l’excitement, ossia tutti quei fattori che riguardano produttore, difficoltà dell’annata e territorio, ed il rapporto qualità-prezzo. Al 1° posto è il Brunello 2010 di La Cerbaiola-Salvioni, forte dei 100/100 conquistati nell’assaggio; stesso punteggio, in termini degustativi, assegnati al Brunello 2010 di Biondi-Santi, cui si uniscono ancora il Brunello Tenuta Nuova 2010 di Casanova di Neri e il Brunello 2010 di Poggio di Sotto (Collemassari), ma anche il Toscana Rosso 2012 della Tenuta di Trinoro, l’Ornellaia 2012 della Tenuta dell’Ornellaia, il Brunello 2010 di Lisini, il Guado al Tasso 2011 di Marchesi Antinori, il Solengo 2012 di Argiano, il Volpolo 2012 di Podere Sapaio, e l’Indaco 2011 della Tenuta dei Sette Cieli.
Bene anche la critica che premia vini più accessibili, come dimostra la presenza del Toscana Rèmole 2013 di Marchesi de’ Frescobaldi, del Chianti Classico Single Estate 2012 di Villa Cafaggio e del Toscana Rosato 2014 di Rocca di Montegrossi nella “Top 100 Values” di “Wine Spectator” la grande guida sui vini dal miglior rapporto qualità-prezzo (una selezione tra le etichette di tutto il mondo che hanno ottenuto un punteggio minimo di 88/100, ed hanno un prezzo allo scaffale, in Usa, sotto i 20 dollari).
Ma i vini toscani non possono mancare in una classifica che tiene conto della capacità di invecchiamento, come la “Top 100 Cellar Selections” 2015 di “Wine Enthusiast” dedicata ai migliori vini usciti sul mercato nel 2015, da far invecchiare in cantina prima di stapparli. Primo tra gli italiani, e secondo in classifica, è ancora il Brunello Madonna delle Grazie 2010 de Il Marroneto, accompagnato dal Sassicaia 2012 di Tenuta San Guido, nome-icona del vino italiano, e ancora dal Brunello 2010 di Conti Costanti, dal Chianti Classico Basilica Solatìo Riserva 2010 di Villa Cafaggio, dal Nobile Mulinvecchio 2010 di Contucci, dal Brunello 2010 di Biondi-Santi, dal Tignanello 2012 di Marchesi Antinori e dal Chianti Classico Baron’Ugo Riserva 2011 di Monteraponi.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30