A Montalcino vigne e cantine sono beni rifugio come l’oro e i preziosi. Di questi giorni è la notizia della vendita, pari a 6 milioni di euro, della cantina la Cerbaiona che da Diego e Nora Molinari, da 38 anni proprietari dell’azienda di Montalcino, passa nelle mani del gruppo guidato da Gary Rieschel, fondatore di diverse società di venture capital, per anni nella Midas List di Forbes, ora al timone della Qiming Venture Partners di Shanghai.
Paesaggio mozzafiato, produzione ad alto valore aggiunto e vino come “forma estetica” sono i requisiti che portano l’agricoltura ad essere uno dei pochi settori, in tempo di crisi, in controtendenza e che fanno della terra e della vite un bene rifugio, attrattore di investimenti. E Montalcino, come riportato anche da uno studio nel 2013 di Assoenologi, l’organizzazione nazionale di categoria che raggruppa e rappresenta i tecnici del settore vitivinicolo, rappresenta uno dei territori in Italia con maggiori acquisizioni.
Ma la Cerbaiona rappresenta soltanto l’ultima di una lunga serie di acquisizioni a partire dai pionieri degli investimenti stranieri a Montalcino, come la famiglia italo-americana Mariani che, negli anni ’70, ha creato la Castello Banfi, proseguendo con Il Palazzone, acquisito nel 2000 da Richard Parsons, ex ad di Time Warner e Citigroup (e consigliere del presidente Usa, Barack Obama), fino al gruppo del Caffè Illy, dal 2008 proprietari della cantina Mastrojanni.
Risalgono invece al 2011, l’acquisto da parte di Louis Camilleri, ceo del colosso Philip Morris International, della Tenuta Il Giardinello e la vendita di Poggio di Sotto a Claudio Tipa, patron di ColleMassari e zio di Ernesto Bertarelli.
Nel corso del 2012 c’è stata la vendita della proprietà Poggio Landi, la tenuta della famiglia Cinelli Colombini, tra le più antiche di Montalcino (“fisicamente” staccata dalla storica Fattoria dei Barbi) a un imprenditore argentino; l’acquisto della Tenuta Oliveto, di proprietà della famiglia Machetti, da parte della Soleya International Corporation di Panama, e l’annuncio di nuove acquisizioni da parte uno dei brand più importanti del Belpaese enoico, Saiagricola, che investirà ancora sulla cantina La Poderina. Mentre nel 2013, il passaggio del testimone è stato quello in merito una delle più antiche cantine del Brunello di Montalcino, Argiano, di proprietà della contessa Noemi Marone Cinzano, venduta a un gruppo di investitori brasiliani.
È poi la volta, a settembre 2014 di Le Macioche che passa nelle mani di tre imprenditori e amici di vecchia data Massimo Bronzato, Stefano Brunetto e Riccardo Caliari, e, nel 2015 la Fattoria Casisano Colombaio acquisita dalla famiglia dell’Amarone, i Tommasi.
“Giri di valzer” importanti ma, per il territorio di Montalcino, non una novità, semmai, una conferma dell’appeal che questo fazzoletto di terra evoca nel mondo. E, per chiunque abbia voglia di comprare ettari vitati a Montalcino e divenire un produttore di Brunello, almeno 5 sono le cantine ad oggi in vendita nella culla del Brunello.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30