Uno dei simboli di Montalcino e della sua storia che si snoda nei secoli e che, dal 1361, anno dell’inizio della sua costruzione, rappresenta lo scenario della vita e delle vicende del territorio. È la Fortezza di Montalcino, protagonista di innumerevoli restauri conservativi, che, dopo l’ultimo iniziato a giugno 2013, tornerà, a breve, sotto le mani esperte di storici e restauratori. Questa volta sarà la facciata, la parte che ospita il portale di accesso alla struttura, ad essere interessata dai lavori. Dal punto di vista economico, dopo i primi due stralci di lavori finanziati dalla Fondazione Mps, ad essere coinvolti saranno il Comune di Montalcino e la Sovrintendenza di Siena e Grosseto. Il primo sarà chiamato a finanziare la parte progettuale dei lavori per una somma che si aggira sui 40.000 euro mentre la seconda stanzierà una somma di 200.000 euro che dovrà coprire tutte le altre spese.
Focus - La Fortezza nella storia di Montalcino
Uno dei luoghi simbolo di Montalcino, un monumento che chiunque varchi le mura della città ammira e visita, teatro delle molte vicende che hanno caratterizzato il territorio, dal Medioevo fino ai nostri giorni, e spettatore degli avvenimenti che, nei secoli, si sono susseguiti. È la Fortezza di Montalcino che, progettata dagli architetti senesi, Mino Foresi e Domenico di Feo fu costruita nel punto più alto della città nel 1361, a scopi militari ma che, nei secoli, oltre ad aver visto succedersi diverse destinazioni d’uso ha anche subito innumerevoli restauri conservativi, ultimo quello iniziato a giugno 2013.
Primo fra tutti quello ad opera dell’allora giovanissimo avvocato Giovanni Colombini che, il 3 marzo 1936, fu nominato podestà di Montalcino. Nei 7 anni di carica, il Podestà fece numerosi lavori pubblici per migliorare l’immagine e l’aspetto del comune e indubbiamente il suo merito più grande fu quello di salvare la Fortezza dallo stato di decadenza in cui verteva da anni.
Difatti, proprio nella primavera del 1936, Giovanni Colombini cominciò a scrivere alla Regia Soprintendenza ai monumenti e alle Gallerie di Siena, all’Intendente di Finanza di Siena e al Ministero dell’Educazione Nazionale (Ministero della Pubblica Istruzione dal 1944) affinché provvedessero a “far risorgere la Fortezza di Montalcino”.
È necessario ricordare che per circa un secolo, dal 21 luglio 1787, i defunti montalcinesi venivano seppelliti nel cimitero del Bastione di San Giovanni in Fortezza. Il granduca Pietro Leopoldo aveva infatti vietato di seppellire i morti all’interno delle mura urbane, come era uso fare, e aveva ritenuto la Fortezza di Montalcino il luogo più idoneo. Difatti, fino ad allora, i morti venivano regolarmente seppelliti nelle chiese come conferma la testimonianza di Michel De Montaigne, noto filosofo, scrittore e politico francese del ‘500, nella sua opera “Viaggio in Italia”, a Montalcino il 27 novembre 1580. Montaigne si informò se non ci fosse qualche tomba dei francesi: gli risposero che ce n’erano parecchie nella chiesa di Sant’Agostino. Il cimitero in Fortezza restò attivo fino al 1896, anno in cui fu costruito l’attuale Camposanto.
Il 20 agosto 1938 cominciarono così i lavori di restauro, al costo di 400.000 lire (di cui 157.812 a carico del Comune e il resto a spesa dello Stato), tra i quali l’esumazione delle vecchie tombe. Al posto del vecchio cimitero fu costruito il giardino pensile, ancora oggi ben visibile all’interno della Fortezza.
Una storia costellata di eventi, curiosità ma anche fatti particolari che oggi, sbirciando sui libri di storia, la Montalcinonews, ha voluto riportare alla luce, raccontando alcune vicende che hanno caratterizzato la Fortezza dai primi anni del Cinquecento al Settecento.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30