Lambruschini: una risorsa che continua a vivere

Proprio ieri si è chiuso l’anno scolastico ma il Liceo Lambruschini non sbarra le sue porte: qui si continua a lavorare per preparare il terreno per l’anno che avrà inizio il prossimo settembre. Alla riapertura della scuola, saranno in 18 i nuovi studenti a varcare la soglia e ad iniziare un percorso che li vedrà impegnati per i prossimi 5 anni nell’istituto ilcinese. Un’ottima notizia, questa, per insegnanti, studenti e per Montalcino tutta, che arriva dopo mesi di incertezze e paure per la carenza di iscrizioni. Ma a volte, sono proprio i più giovani a comprendere l’importanza di idee e progetti e quali possono essere le risorse più proficue, a volte anche a portata di mano, utili e da sfruttare. E proprio il Liceo Lambruschini rappresenta una risorsa per la comunità di Montalcino e per i territori che la circondano. Un’offerta formativa ampia ed interessante quella del Liceo che ha visto la sua nascita, dalle ceneri dell’Istituto Magistrale, negli anni ’90 e che, nel tempo, ha visto ampliare i suoi orizzonti. “Sono proprio i ragazzi i primi ad essere attratti da ciò che la nostra scuola offre - spiega la professoressa Silvia Tegli alla Montalcinonews - e, grazie anche all’attenzione che l’amministrazione comunale ha rivolto al Liceo, agevolando e ampliando le linee dei trasporti e facendo divulgazione, riusciremo anche quest’anno a formare la classe che inizierà il percorso quinquennale. Ovviamente il merito non va solo al lavoro di “propaganda” ma, anche e soprattutto, all’offerta formativa che forniamo ai ragazzi. Oltre ai progetti che abbiamo portato avanti negli ultimi anni, dal settembre prossimo ci saranno delle novità: la collaborazione con l’Istituto Tecnico Bandini di Siena, che vedrà la luce dall’anno scolastico 2015-2016, permetterà un potenziamento didattico in campo scientifico, branca che attrae molto le nuove generazioni, ma anche in campo umanistico che vedrà l’inserimento nel programma scolastico dell’insegnamento della lingua spagnola”. Nuova linfa, dunque, per la comunità che rischiava di veder morire una delle risorse del territorio, fondamentale per la formazione e la crescita delle nuove generazioni di Montalcino.