Erano gli anni settanta del Settecento quando il Granduca Pietro Leopoldo si recò personalmente nelle terre toscane di sua “proprietà” e scrisse alcune relazioni sullo stato dei luoghi da lui visitati. Modifiche da apportare nella gestione amministrativa, alla struttura di edifici ma anche racconti dei viaggi nel senese, descrizioni di strade, ambienti e paesi. La raccolta delle sue Relazioni è un documento che si può considerare a metà tra il diario di viaggio ed un vero e proprio programma di governo, ed è per questa sua particolarità che fornisce punti di vista e osservazioni del tutto particolari.
La sua descrizione di Montalcino è attenta e dettagliata: “Montalcino, situato sopra un alto monte e di situazione bene ventilata, sottoposto ai venti ed al freddo, è paese poco popolato ma non brutto: fa duemila anime”. Al Granduca, attento osservatore, balzò subito all’occhio che: “una delle gran passioni di Montalcino è di avervi in piccolo tutte le cose come a Siena, chiese, magistrato etc”.
In particolare sono interessanti le descrizioni delle chiese, degli edifici ecclesiastici e di coloro che le gestivano o che ci vivevano. Dopo aver descritto brevemente le chiese e le loro condizioni, nel volume “Relazioni sul governo della Toscana”, Pietro Leopoldo prosegue con argomenti a carattere prevalentemente laico e amministrativo anche se, nel finale, torna al tema ecclesiastico con una annotazione a proposito del Palazzo del Vescovo. Lo descrive come un edificio grande e comodo, con un unico neo: una cancelleria molto umida. Stando al suo racconto, il Vescovo ne desiderava una nuova ma, nel momento in cui gli fu offerta la chiesa di una compagnia soppressa, lui l’aveva rifiutata.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024