Una storia che arriva da lontano, quella del Brunello a Montalcino, e che affonda le sue radici in un luogo, da sempre vocato alla vite e alla viticoltura, e in una famiglia, quella Biondi Santi che, attraverso generazioni di uomini capaci, ha saputo credere in una “innovazione” e svilupparla, e ha avuto la forza ed il coraggio di portarla avanti e farne un cavallo di battaglia così potente da divenire uno dei prodotti principi del Made in Italy nel mondo. “È Clemente che, nell’Ottocento, grazie agli studi sulla geologia del terreno eseguiti da Giorgio Santi, e al desiderio di innovazione e sperimentazione che lo zio stillò in lui, individuando le microzone più vocate, inizia a testare vini, a base di Sangiovese in purezza, adatti all’invecchiamento. È così che, alla Tenuta Greppo, nasce il Brunello, frutto di un lavoro appassionato di ricerca, indagine e sperimentazione”. Così Jacopo, erede e testimone della filosofia dei suoi antenati, racconta le origini del Brunello e la storia di una famiglia, quella Biondi Santi, con una forte passione, quella per il vino e per i vitigni. Fu poi la volta di Ferruccio Biondi Santi, sul finire del XIX secolo, che dimostrò che le uve Brunello (Sangiovese Grosso) potevano essere utilizzate per un vino da lungo invecchiamento, il Brunello, appunto, di cui rimangono nella cantina Biondi Santi ancora poche bottiglie dello strepitoso 1888. Fu lui a costruire la prima piramide qualitativa in Italia, in cui la Riserva di Brunello andava prodotta soltanto nelle annate migliori da vigneti selezionati e più vecchi, che il Brunello poteva essere ottenuto nelle buone/ottime annate e che, se la vendemmia era mediocre, tutte le uve dovevano concorrere a produrre il Rosso di Montalcino che si distingueva per una particolare etichetta dalla normale produzione di questa tipologia, proveniente dai vigneti più giovani dell’azienda. Quell’insegnamento, oggi, riecheggia nella scelta di Jacopo Biondi Santi, discendente di quel Ferruccio che dette i natali proprio al Brunello. Nonostante, infatti, che a Montalcino la situazione sia migliore rispetto ad altre zone vitivinicole italiane, in un’annata particolarmente difficile e incerta come quella 2014: “come nel più classico stile Biondi Santi - racconta Jacopo a WineNews - di certo non faremo la Riserva 2014. Adesso, nei nostri filari, stiamo facendo una pre-vendemmia, per cercare di salvare un po’ di uve e provare a fare il Brunello di Montalcino. Ancora, però, non c’è nulla di certo. Il da farsi lo decideremo i primi di ottobre”.
dati a cura di 3BMeteo
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