“È un fatto molto grave che potrebbe arrecare un danno sensibile al Brunello di Montalcino, ai produttori ed al suo territorio, un sistema che però fortunatamente - come in questo caso - ha la forza e gli strumenti per individuare, isolare e combattere con successo chi abusa della notorietà del Brunello. I reati contestati non lasciano dubbi: si tratta di una truffa verso il consumatore e soprattutto verso il produttori di Brunello, che subiscono questa vicenda e che reagiranno con durezza. Se e quando l’inchiesta confermerà le varie responsabilità il Consorzio si costituirà immediatamente parte civile e ricorrerà a tutti gli strumenti necessari per colpire simili comportamenti, ed in modo particolare coloro che sul territorio eventualmente avessero condotto gravi irregolarità o adottato iniziative lesive dell’immagine del Brunello. Del resto proprio il Consorzio a nome di tutti i produttori e del territorio ha collaborato sin dall’inizio delle indagini, indagini partite proprio dal sistema stesso dei produttori. Un lavoro portato avanti in sinergia con l’ ICQ (Istituto Controllo Qualità) di Firenze e la Guardia di Finanza, a cui va un enorme ringraziamento da parte del Consorzio e di tutti i produttori che rappresentiamo”. Così Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, commenta l’ ennesima frode agroalimentare perpetrata, ai danni della Denominazione, da un consulente tecnico di diverse cantine di Montalcino che ha tentato di mettere in commercio più di 75.620 litri di Brunello, 89.847 litri di Rosso di Montalcino (per un valore di almeno un milione di euro) insieme a 2.350 contrassegni di Stato, copiosa documentazione e materiale contraffatto. “Questa è infatti - prosegue Bindocci - una vicenda che avrebbe potuto attentare alla credibilità e alla notorietà di un brand importantissimo del “Made in Italy” che da sempre ha puntato sulla qualità in modo da distinguersi sul mercato mondiale e che proprio per questo, analogamente alle grandi griffes della moda, è maggiormente a rischio di truffa. Ed è proprio per evitare il ripetersi di comportamenti illeciti e lesivi del territorio che già nei mesi scorsi abbiamo preso due provvedimenti molto importanti. Innanzitutto a luglio l’Assemblea ha approvato l’inserimento di un nuovo articolo nel disciplinare che introduce il controllo preventivo sulle vendite di uva e vino sfuso. I produttori dovranno comunicare le vendite con un preavviso di 48 ore, facilitando così ulteriormente il lavoro degli organi preposti al controllo. Sempre a luglio è stata varata la commissione che entro ottobre redigerà il Codice Etico cui tutti i produttori e coloro che ruotano intono al mondo del vino dovranno attenersi. Del resto - conclude Fabrizio Bindocci - da molti anni il Consorzio è impegnato a salvaguardare il lavoro dei produttori e tutelare i consumatori, un impegno che richiede una sempre maggiore attenzione e un aggiornamento continuo delle regole, a vantaggio del territorio, del brand e della qualità dei prodotti”.
Focus - Coldiretti: “raddoppiano i sequestri di vini taroccati”
Dall’inizio della crisi sono piu’ che raddoppiate le frodi nel settore del vino e degli alcolici con un incremento record del 102 per cento del valore delle bottiglie sequestrate perché adulterate, contraffate o falsificate, con un danno incalcolabile per il prodotto agroalimentare Made in italy piu’ esportato. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base della preziosa attività svolta dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013 in riferimento alla positiva operazione della Guardia di Finanza che ha sequestrato oltre 160.000 litri di vino pari a oltre 220mila bottiglie tra Brunello di Montalcino e Rosso di Montalcino che sembrano ottenute in realtà da vino di modesta qualità. Un blitz che cade a pochi giorni dall’avvio della vendemmia. “Gli ottimi risultati dell’attività delle forze dell’ordine confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare il grave danno che la criminalità provoca all’immagine del prodotto agroalimentare italiano all’estero dove nonostante la crisi le esportazioni in valore del vino sono aumentate del 3 per cento nel primo quadrimestre del 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La produzione di Brunello nel 2013 e’ stata di 8,1 milioni di bottiglie per un fatturato di 165 milioni di euro con la quota destinata alle esportazioni che è salita al 67 per cento, oltre 2 bottiglie su 3. Per l’export di Brunello la destinazione piu’ importante - conclude la Coldiretti - e’ rappresentata dagli Usa (28%), seguiti dai mercati asiatici (15%) e dal centro America (Brasile, Messico, Panama, Venezuela e altri), che rappresenta circa il 10%. In crescita è stato anche il giro d’affari del settore enoturistico a Montalcino (ristoranti,alberghi, enoteche e altro): che registra un aumento del 5% e supera i 30 milioni.
Focus - Le opinioni dei politici
Sul tema, operazione anti contraffazione, è intervenuto il ministro delle Politiche agricole e forestali, Maurizio Martina: “abbiamo i mezzi giusti per difendere i nostri prodotti d’eccellenza e l’operazione di oggi della Guardia di Finanza in collaborazione con il nostro Ispettorato repressione frodi ne è la conferma. L’azione di contrasto messa in campo testimonia che i livelli di presidio della qualità ci sono e funzionano. Ma, proprio la sinergia operativa tra gli organismi di controllo e gli enti preposti alla certificazione, infatti, ha consentito di impedire che la frode colpisse ancora i consumatori e di porre fine a un’odiosa concorrenza sleale nei confronti dei produttori onesti. Chi vuole operare fuori dalle regole va messo fuori gioco e per questo ritengo importante l’esempio dato dal Consorzio del Brunello nel denunciare movimenti sospetti”.
E Susanna Cenni, deputata del Partito democratico e capogruppo democratico nella Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo, ha detto: “l’operazione di oggi conferma ancora una volta che abbiamo buoni strumenti di contrasto alla contraffazione, ma anche che ove ci sono prodotti di qualità occorre vigilare ed attivare ogni antenna. Lo spirito di collaborazione tra Procura della Repubblica; Ispettorato antifrode del ministero delle Politiche agricole e Guardia di Finanza ha consentito di bloccare l’ennesima frode nei confronti del vino, settore fondamentale per l’economia nazionale, per l’export, quell’Export sul quale anche con il Decreto Sblocca Italia si cerca di investire, e uno dei simboli della qualità agroalimentare italiana. Ai corpi ed alle istituzioni impegnate, ancora una volta va un sentito ringraziamento. Dobbiamo continuare a tenere la guardia alta per colpire chi vuole agire fuori dalle regole, accelerare il percorso di applicazione di tutte le norme e gli strumenti anticontraffazione, attività evidentemente assai redditizia, a tutela della salute dei consumatori e del lavoro degli agricoltori”.
Per il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: “la Regione si costituirà parte civile, a difesa dei produttori di Brunello e per il danno subito con la violazione della banca dati dell’agenzia regionale Artea. Voglio ringraziare la guardia di finanza e le forze dell’ordine per aver scovato questa gravissima truffa ai danni di uno dei brand che più caratterizza la Toscana e l’Italia nel Paese nel mondo. Vogliamo dare un segnale inequivocabile che stiamo dalla parte degli imprenditori per bene, dalla parte della legalità e della trasparenza. Va infatti sottolineato anche l’impegno del Consorzio del Brunello che ha segnalato alle forze dell’ordine la falsa certificazione. Il segnale è chiaro: chi produce eccellenza nel vino come in altri settori è danneggiato da questi criminali. Violano la legge - conclude Rossi - danneggiando la qualità e distruggendo posti di lavoro”.