Un ragazzo modesto, che non da niente per scontato, senza eccessi né egocentrismo, con i piedi per terra e tanta voglia di fare, lavorare, per raggiungere un obiettivo: Vincenzo Nibali, classe 1984, soprannominato “lo squalo dello Stretto” ha conquistato Parigi ed il Tour de France, ricordando anche Montalcino. Dopo più di 89 ore trascorse in sella alla sua bici, senza mai vantarsi o elogiare le sue gesta, è salito sul gradino più alto del podio, nella cornice degli Champs Elysees, per commuoversi sulle note dell’Inno di Mameli. Una vita dura, quella del ciclista, fatta di gioco di squadra ma anche di solitudine e psicologia. E Nibali ha saputo, durante tutta la gara, dosare soddisfazione e riflessione, tenendo ben presente l’obiettivo ma anche i sacrifici, le sconfitte e gli imprevisti che, per un ciclista, sono all’ordine del giorno. Nel corso della competizione, durante una delle tante interviste, ha ricordato la tappa del Giro d’Italia del 15 maggio 2010, quando, sotto una pioggia battente ed incessante, nelle strade di Montalcino, una rovinosa caduta, gli impedì di conquistare il Giro d’Italia facendolo finire, in terza posizione. Oggi Nibali si gode la sua meritata vittoria, ricordando anche i brutti episodi della sua carriera come quello in terra di Brunello, e guarda avanti, già proiettato verso il Mondiale.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024