Stefano Campana, archeologo a Montalcino, volerà a Cambridge

Sarà per le maggiori possibilità di ricerca, di tecnologie avanzate, ma anche economiche e di visibilità, sta di fatto che dall’Italia, ogni giorno, “cervelli in fuga” prendono il volo per inseguire nuovi impieghi, nuovi progetti, nuove esperienze. Questa volta il protagonista è Stefano Campana, classe 1970, affermato archeologo e docente all’Università di Siena, che ha lavorato molto anche sul territorio di Montalcino, è pronto a fare le valigie per Cambridge dove, a partire dal mese di agosto, lo attende una prestigiosa cattedra in archeologia del paesaggio.
Stefano campana è un uomo dalla carriera archeologica sterminata, in territorio di Brunello: è sua, infatti, Carta Archeologica della Provincia di Siena che, nel volume XII, prende in esame proprio la zona di Montalcino. ma non finisce qui. Importanti sono i suoi studi che riguardano la zona dove le valli dell’Asso e dell’Orcia si incontrano. Proprio qui sorge il Monastero regio di San Pietro ad Asso, dove, sotto il piccolo casale, oggi un rudere, si nasconde la più antica abbazia della Toscana e una delle prime d’Italia. I resti, rinvenuti poco sotto i vigneti della cantina Caparzo, testimoniano un complesso fortificato, con torre di avvistamento, lungo la via Francigena, probabilmente fondato dall’ultimo re dei Longobardi della dinastia bavarese, Ariperto II, che dominò in Italia dal 702 al 712. La costruzione sacra viene citata in due carte dell’anno 715 e sorge sulle colline della proprietà viticola di Caparzo, sotto un piccolo casale nel Podere di San Pietro, che per secoli ha custodito un prezioso segreto. Sotto l’abitazione contadina, che inglobava una chiesetta in rovina, è stato rinvenuto quel che resta di tre absidi, con le loro navate, le colonne, i capitelli. “Nel terreno - spiega il professor Stefano Campana, docente di Topografia Antica all’Università di Siena - abbiamo ritrovato una serie di frammenti di bronzo e altri materiali, che potrebbero essere di utensili molto rari per l’epoca ed associati ad insediamenti dove vivevano personalità di un certo rango. Si ipotizza che la costruzione in cima all’altura potesse ospitare l’abate”. Campana, direttore scientifico dello scavo archeologico del monastero medievale di San Pietro ad Asso, ha lavorato in collaborazione con il professor Richard Hodges dell’University of Penn di Philadelphia e della Cooper Union di New York e soprattutto con la proprietaria dei terreni, Elisabetta Gnudi Angelini, che, oltre ad essere proprietaria a Montalcino di Caparzo ed Altesino ed in Chianti di Borgo Scopeto, è anche appassionata di archeologia.

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