Brunello protagonista delle aste più prestigiose al mondo

Una bottiglia di Brunello 1968 Riserva Biondi SantiIl 2013 va in archivio come l’anno migliore, a livello commerciale, per il vino italiano che, oltre a crescere ancora sui mercati esteri, si è imposto all’attenzione di collezionisti ed investitori con le sue etichette più prestigiose, come Biondi Santi, e il suo Brunello di Montalcino che, ancora una volta, grazie a quell’affascinante personaggio che era il Dottor Franco, alla lunga storia di famiglia che oggi prosegue con il figlio Jacopo, entra tra queste prestigiose citazioni insieme a Gaja, Ornellaia, Sassicaia e Masseto. Etichette sempre più protagoniste nel mondo delle aste internazionali e nel mercato secondario, come raccontano le ottime performance del Liv-ex, il benchmark dei fine wine. Ma cosa riserva il futuro delle aste internazionali al vino italiano? Risponde, a WineNews, Stephen Mould, Senior Director e Head of European Wine Department di Sotheby’s (www.sothebys.com/it.html): “i vini di Bolgheri, che sono comunque i più conosciuti e performanti, lavoriamo con quelli di tante altre Regioni, a partire dal Piemonte e dalle bottiglie di Gaja, che vantano ottimi dati storici già dai primi anni duemila. “Sono convinto che in Italia si facciano vini di qualità in tante altre zone, e non vedo perché, se il mercato dovesse riconoscere un certo valore ad una determinata etichetta, proveniente da Regioni meno conosciute, come la Sicilia, noi non dovremmo batterla all’asta. Funziona così il mondo delle vendite all’incanto: nel momento in cui c’è qualcosa di nuovo che va di moda, la maggior parte della gente segue la corrente”.
I protagonisti, però sono sempre i francesi, nonostante un certo ridimensionamento patito, soprattutto dai bordolesi, nel corso del 2013: “al momento, si può ben dire che, anche per ragioni storiche, il mercato sia ancora dominato dalla Francia, e nell’immediato non credo che la situazione cambierà, ma dall’altro lato va registrata la caduta di Bordeaux dai livelli altissimi a cui ci aveva abituato negli ultimi anni. La domanda adesso è: che peso può avere in questo mercato il vino italiano? È tutta una questione di spazi lasciati liberi dai francesi, quindi di nuove possibilità da cogliere, come quelle offerte, adesso, dal livello di prezzi eccessivo toccato dai vini non solo di Bordeaux, ma anche di Borgogna: in una fascia di prezzo più bassa, quindi, l’Italia può ritagliarsi una sua quota, ma a breve e medio termine non credo proprio che cambierà molto sul mercato internazionale delle aste, e sarà quindi ancora la Francia a comandare”.

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