Il 16 marzo (ore 16,30), in Fortezza, a Montalcino, sarà di scena il racconto di una storia di Montalcino e del suo territorio, attraverso il Brunello. A proporla è la famiglia Losappio. All’incontro partecipano Francesca Colombini Cinelli, Franco Biondi Santi, Ilio Raffaelli e il giornalista Carlo Cambi, che tanto bene conosce il territorio di Montalcino e il Brunello per averne scritto in tanti quotidiani italiani.La famiglia Losappio, con questo incontro, vuol anche celebrare, con i protagonisti del territorio, l’uscita di un’edizione limitata del Brunello di Montalcino 2006: il “Massimo”. Una selezione, questa, prodotta da Benedetta, Luca e Bernardo, proprietari di Villa Le Prata e dedicata al padre Massimo Losappio, famoso primario chirurgo dell’Ospedale di Montalcino che, per primo, si dedicò alla coltivazione della vite e alla produzione del Brunello di famiglia. Il 16 marzo sarà l’occasione, dunque, per assaggiare il “Massimo”, davvero un’ottima selezione di Brunello di Montalcino 2006 Villa Le Prata, che abbiamo avuto modo di “conoscere” a “Benvenuto Brunello” 2012.
Focus - “Massimo”, il Brunello che nasce da un’autentica passione … per Montalcino
Lo abbiamo assaggiato a “Benvenuto Brunello 2012”: è il “Massimo”, un Brunello di Montalcino Riserva, annata 2006, veramente “speciale”, prodotto, per la prima volta, dalla cantina Villa Le Prata (il cui Brunello 2007 è tra i migliori per il guru americano della critica James Suckling). Viene prodotto in sole 600 bottiglie, dalla selezione del miglior Brunello invecchiato un anno in più, da Benedetta, Luca e Bernardo (che di professione però è avvocato) insieme alla moglie Anna Vittoria Brookshaw, che lo hanno dedicato al padre Massimo Losappio, famoso primario chirurgo dell’Ospedale di Montalcino, primo “vigneron” di famiglia da quando, nel 1980, acquistò Villa Le Prata, un tempo casa di campagna del vescovo di Montalcino, ma costruita nel 1860 dal conte De’ Vecchi come casino di caccia. Ma, soprattutto, tra coloro che, arrivati a Montalcino, negli anni Settanta, per una breve esperienza lavorativa, stanco della città, con la moglie, insegnante di filosofia, innamoratosi di questa terra, decise di restarci, piantando nel 1989 il primo ettaro di vigna vicino alla Villa e cominciando a fare vino, il cui testimone è passato oggi ai figli. E come era nel suo spirito, la passione lo spinse ad acquistare le vigne facenti parte dell’azienda in tre zone diverse, nell’assoluto desiderio di poter raccogliere in una sola bottiglia l’atmosfera più autentica del territorio di Montalcino. Oggi, a distanza di trenta anni dalla nascita dell’azienda e a pochi anni dalla scomparsa del suo fondatore, proseguendo nella via da lui tracciata, Villa Le Prata ha deciso di produrre un limitatissimo numero di bottiglie del “Massimo”.
Info: www.villaleprata.com
La scheda: “Massimo” Brunello di Montalcino 2006
“Massimo” … un Brunello di Montalcino con tanti significati. Nasce dal desiderio di produrre qualcosa di eccezionale ove la cura del particolare cerca di rendere merito a questa fantastica terra, fatta di forme, colori ed atmosfere assolutamente uniche. Il nome di questo vino trae origine dal desiderio dei proprietari dell’azienda Villa Le Prata di ricordare il professor Massimo Losappio che, nel 1970, giunto a Montalcino per una breve esperienza lavorativa, si innamorò di questa terra, dei suoi colori, della sua armonia, della sua gente. Il professor Massimo Losappio amava il suo lavoro fatto di continua ricerca, studio e soprattutto di passione e di amore per il prossimo. Come era nel suo spirito, la passione lo spinse ad acquistare le vigne facenti parte dell’azienda in tre zone diverse, nell’assoluto desiderio di poter raccogliere in una sola bottiglia l’atmosfera più autentica del territorio di Montalcino. Oggi, a distanza di 30 anni dalla nascita dell’azienda, e a pochi anni dalla scomparsa del suo fondatore, proseguendo nella via da lui tracciata, Villa Le Prata ha deciso di produrre un limitatissimo numero di bottiglie, 600, selezionando i grappoli migliori della proprietà e solo nelle migliori annate. Il “Massimo” vinificato in acciaio per 20 giorni passa un periodo di affinamento di 6 anni in tonneaux francesi da 5 ettolitri. Riposa per 5 mesi in bottiglia prima di essere gustato.