“Il Monte Amiata vanta la più grande foresta di faggi d’Europa, migliaia di specie vegetali rare e la più grande riserva di acqua potabile della Toscana, che rifornisce oltre 700.000 persone. Tutto questo è ora minacciato dalla dilagante espansione dello sviluppo geotermico industriale e dall’estrazione di minerali rari, in particolare il litio”. E’ quanto si legge in una raccolta fondi, lanciata online, necessaria per portare avanti azioni legali, ricerche e analisi di esperti, per contrastare la costruzione di nuovi impianti geotermici sull’Amiata.
“Nonostante gli avvertimenti degli scienziati - si legge ancora nel testo della raccolta fondi -, le centrali elettriche vengono costruite su terreni vulcanici instabili, aumentando il rischio sismico ed esponendo l’ambiente e le comunità locali a metalli pesanti tossici come mercurio, arsenico, tallio, boro e antimonio. Alti camini fumanti e chilometri di condotte arrugginite sopra il terreno deturpano il paesaggio lussureggiante, rappresentando non solo un pericolo ecologico e sanitario, ma anche un colpo devastante per l’economia locale, che si basa sul turismo e sull’agricoltura”.
“Promossa con grande polemica come “verde” e “rinnovabile” - prosegue il testo della raccolta fondi -, la Regione Toscana ha firmato un accordo ventennale con Enel Green Power per estendere le concessioni geotermiche sul Monte Amiata e costruire nuovi impianti. Tuttavia, questo accordo è accessibile al pubblico solo in una versione fortemente censurata. ENEL Green Power è una multinazionale parzialmente di proprietà del governo italiano, BlackRock e Covalis Capital. Se questo piano verrà realizzato, il Monte Amiata verrà trasformato in una zona industriale, mettendo in pericolo i residenti, la fauna selvatica e il futuro dell’agricoltura di alta qualità nella regione”.
Qui si può partecipare alla raccolta fondi.