Da Il Marroneto a Biondi Santi, da Poggio di Sotto ad Argiano, da Salvioni e da Casanova di Neri a Giodo, da Altesino a Fuligni: ecco le aziende di Brunello di Montalcino che mettono d’accordo gran parte della critica enologica italiana, come emerge dall’incrocio delle guide a “copertura nazionale”. Argiano e Poggio di Sotto spiccano, in particolare, in ben 7 pubblicazioni su 9; Il Marroneto, Biondi Santi, Salvioni, Casanova di Neri, Giodo, Altesino e Fuligni sono riusciti a raggiungere 6 pubblicazioni su 9. Un risultato complessivo più che soddisfacente per Montalcino, che si conferma chiaramente tra i territori vitivinicoli di eccellenza in Italia e non solo.
Il brand del produttore, in un mondo del vino sempre più competitivo e affollato di etichette, è sempre più importante. Ed a detta di tutti gli studi, e di chi vive il mercato tutti i giorni, è proprio ai brand più affermati e che offrono più sicurezze ai consumatori che ci si rivolge, in momenti di grande incertezza come quelli che stiamo vivendo. E se trovare un singolo vino che metta tutti d’accordo è sempre più complesso, tra i tanti marchi importanti del vino italiano, ce ne sono alcuni che, oltre ai consumatori, mettono d’accordo anche la critica italiana.
Nelle ultime settimane 2024 sono uscite le guide e le classifiche, edizione 2025, delle principali riviste di critica enologica italiana, per un totale di 9 pubblicazioni, tra quelle più classiche (“Vini d’Italia Gambero Rosso”, con i suoi “Tre Bicchieri”, “I Vini di Veronelli” con le “Tre Stelle Oro”, “Bibenda” della Fondazione Italiana Sommelier, con i “Cinque Grappoli”, la “Guida Essenziale ai Vini d’Italia” di Daniele Cernilli, con i “tre faccini”, “Vitae” dei Sommelier Ais, con la “Gemma”, ed ancora “Vite, vigne, vini d’Italia Slow Wine” di Slow Food, con “Top Wine” e “Vino Slow”) a cui si aggiungono tre pubblicazioni a carattere peculiare come la guida “Vinibuoni d’Italia” - Tci, “I migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia” del “Corriere della Sera”, curata dal vicedirettore del giornale di via Solferino Luciano Ferraro e da James Suckling, e “La Guida ai 1000 Vini d’Italia” de “L’Espresso”, curata da Luca Gardini.
In questa analisi, lanciata oggi dall’agenzia Winenews, tante anche le aziende in vetta, non con le loro proprietà di Montalcino, ma che hanno comunque possedimenti ed aziende importanti nel territorio del Brunello, da Antinori a Ferragamo, alla Famiglia Cotarella (che possiede Le Macioche) alla famiglia Descours (anche con Isole e Olena, che è di Epi, come Biondi Santi). Montalcino si conferma, insomma, tra i territori vitivinicoli di eccellenza in Italia, grazie a vecchi e nuovi imprenditori (grazie ai loro marchi) del vino.