Con la sua eleganza e la sua classe innata, la “signora Irma” ci accoglie, invitandoci ad entrare nella sua casa dove si respira un’atmosfera natalizia. Poiché MontalcinoNews.com le ha chiesto di raccontarci il valore del Natale nella nostra comunità - a lei, che ne rappresenta una figura simbolica e trasversale, per tutti la “signora Irma”, appunto, vero e proprio “trait d’union” tra le generazioni e una “testimonial” delle feste natalizie passate in famiglia - Irma Machetti, la cui classe, quella anagrafica, è il 1928, ci fa accomodare in cucina: perché, dice, è attorno alla tavola, che si riuniscono gli affetti più cari, parenti ed amici, che si respira lo spirito dei Natali passati che ci ricorda chi non c’è più, magari proprio attraverso i loro cibi più amati, con una mise en place raffinata, tanto quanto la musica di Pino in sottofondo, e l’albero, ogni anno più bello, ricco e scintillante.
Sfogliando l’album dei ricordi di famiglia, ma anche e soprattutto l’“Artusi” - la “Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” di Pellegrino Artusi, il libro di cucina italiana per eccellenza, immancabile tra i ricettari delle grandi cuoche come la signora Irma - e il suo quaderno di ricette, rigorosamente scritte, ancora, a mano, che sono quelle della sua famiglia e le più care, tanto quanto le amiche di una vita con le quali sono state scambiate (da Maria Assunta Farnetani a Maria Fedolfi, tra le altre che cita), e che custodisce tra i loro ricordi più forti.
Crostini con la milza, poi i “pinci”, fatti rigorosamente a mano, con il ragù, e l’arrosto misto, magari con lo sformato di cardi, e, ovviamente con il vino, quello di Montalcino: è questo il menù di Natale come vuole la tradizione di questo territorio, fatto di tutti i sapori tipici e immancabili soprattutto nella tavola delle feste, che si tramandano in famiglia quando ancora si pranza assieme la domenica, ma anche nelle cucine dei Quartieri, come la Ruga, di cui in passato Irma è stata presidente oltre che coordinatrice delle cucine, e dove il “buon cibo” rappresenta ancora condivisione, non solo di affetti familiari ma anche di amicizia, “ingrediente principe” di una comunità e del suo territorio, da tramandare alle nuove generazioni.
La signora Irma ha vissuto il dramma della Seconda Guerra Mondiale. “Mi è morta tutta la famiglia in un bombardamento a Torrenieri - racconta - avevamo un calzaturificio. I miei genitori, quindi, non erano dipendenti della fabbrica Crocchi, che all’epoca era l’unica fonte di lavoro a Torrenieri. Mio fratello doveva fare il militare, ma per un problema di udito fu esonerato e anche lui purtroppo fu ucciso. Ma ero comunque rimasta sola, così mi sono sposata a 19 anni, venendo a vivere a Montalcino”. Da allora, ha trascorso tutta la sua vita nel territorio del Brunello, una persona conosciuta in tutto il paese e da tutta la sua comunità.
“Il Natale si fa in famiglia - afferma - la tavola è condivisione, stare da soli sarebbe triste. Ho la fortuna di avere sempre delle buone amicizie, non passeggere, ma ben radicate. Mi sono arrivati gli auguri dalle persone con cui lavorava mio marito, immaginatevi. Nonostante dei dispiaceri, nella mia vita ho sempre avuto tante persone vicino a me”.
Tornando alla tavola, “nei crostini con la milza è importante metterci i capperi - rivela Irma Machetti - il segreto è la pasta d’acciughe alla fine. Non bisogna farli cuocere, il pane non va bagnato con il brodo, ma solo con il sugo che si mette sopra. I pinci impiegavo tre giorni per farli, li mettevo nel congelatore. Il vino? È importante: una volta avevamo solo quello di Montalcino, ora viene da tutto il resto d’Italia e del mondo”. E stapparlo, per brindare con le persone più care, è l’invito con il quale la MontalcinoNews auguri a tutti buone feste.