I “vigneti-giardino” sono sempre più presenti in ville, castelli e dimore storiche, molti dei quali sono vere e proprie cantine o appartengono ad aziende prestigiose, come nel caso di Castello Banfi a Montalcino. Fin dall’antichità, sono stati una parte fondamentale del sostentamento del sistema delle ville, per i proprietari e per i contadini, e lo sono ancora oggi, che i loro frutti, oltre a essere un’“attrazione” per i visitatori, servono a mantenere questi simboli importanti del patrimonio culturale italiano.
Del resto, le dimore storiche rappresentano lo 0,6% del totale delle imprese attive in Italia, un decimo delle piccole imprese italiane che operano nella ricettività e nella ristorazione: è quanto si legge nel Rapporto n. 5 dell’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato, realizzato dalla Fondazione per la Ricerca Economica e Sociale Ets, promosso da Adsi-Associazione Dimore Storiche Italiane, Confagricoltura, Confedilizia e Istituto per il Credito Sportivo e Culturale S.p.A, e presentato nei giorni scorsi, a Roma. Su oltre 43.000 beni vincolati in Italia, più di 19.000 sono imprese gestite con attività produttive strutturate o occasionali (con codice Ateco). A queste, bisogna aggiungere oltre 10.500 proprietari che hanno in programma o vorrebbero avviare un’attività commerciale, portando a quasi 30.000 operatori potenzialmente attivi nel settore dell’accoglienza, della ristorazione, delle attività museali e dell’organizzazione di eventi.