“La magia del Rosso di Montalcino 2022”. È il titolo dell’articolo che Vinous dedica alla Doc di Montalcino, e che fa seguito ad un viaggio del suo responsabile per l’Italia, Eric Guido, a Montalcino, lo scorso luglio, per assaggiare i Rosso di Montalcino 2022 (“alcuni tra i più seducenti e piacevoli che abbia assaggiato negli ultimi anni”) e i Brunello di Montalcino 2004, che saranno al centro di una retrospettiva sempre sull’autorevole testata americana fondata nel 2014 da Antonio Galloni. “Inaspettatamente, alcuni produttori hanno anche stappato i loro Rosso di Montalcino 2004, permettendomi di mettere in prospettiva i 2022”, scrive Guido.
“Negli ultimi anni ho elogiato moltissimo il Rosso di Montalcino. Ne rimango entusiasta – dichiara il giornalista – sebbene la denominazione offra una vasta gamma di stili, dai vini di lungo invecchiamento che tendono al Brunello a vini di facile beva, sono rimasto costantemente colpito dal valore del Rosso, nonostante l’aumento dei prezzi negli ultimi anni. È importante riconoscere che l’enfasi sulla produzione del Rosso di Montalcino è cambiata. Molti viticoltori che si sentono soffocati dalle regole di invecchiamento del Brunello di Montalcino hanno deciso di migliorare il loro “gioco del Rosso” per fornire un prodotto premium senza aspettare anni dopo la vendemmia per rilasciarlo. Produttori come Pian dell’Orino, Poggio di Sotto e Canalicchio di Sopra producono i loro “Baby Brunello” da oltre un decennio. A questo elenco, ora possiamo aggiungere il Rosso di Montalcino Iacopo de Il Marroneto, il Rosso di Montalcino Giovanni Neri di Casanova di Neri (da vigneti di 50 anni) e molti altri”, conclude Eric Guido.