Arriva il primo anticipo dei ristori ai viticoltori toscani per i danni da peronospora. Una misura molto attesa anche a Montalcino, visto che nel 2023 ammontano a 2.5 milioni i danni causati dalla malattia delle piante. Nel territorio del Brunello sono state in totale 50 le segnalazioni per ottenere dei risarcimenti.
I ristori destinati alle aziende vitivinicole della Toscana sono circa 1.7 milioni, almeno in questa prima ripartizione, che va a partire dal 1 aprile 2023. A dirlo è Vigneto Toscana, l’associazione dei viticoltori di Coldiretti sulla base della ripartizione degli interventi compensativi dei danni causati dall’infezione delle viti (Plasmopara viticola) da parte del Ministero dell’Agricoltura.
A fronte dei 7 milioni subito disponibili a livello nazionale - dei 47 stanziati per far fronte ai danni da peronospora che saranno distribuiti in due tempi: 7 subito e 40 successivamente - il 24% sono stati assegnati alle aziende toscane che insieme alla Puglia è la regione che ha ottenuto più risorse. L’infezione aveva colpito 2.760 aziende, tante sono state le domande, presentate in Toscana. “La dotazione attualmente prevista per i ristori è insufficiente rispetto all’enormità dei danni patiti dalle aziende senza considerare i maggiori costi di produzione che hanno dovuto sopportare per eseguire i trattamenti nel tentativo di salvare il raccolto. – spiega la presidente di Vigneto Toscana, Letizia Cesani - Preso atto della buona volontà da parte del Governo di aiutare il comparto con un primo stanziamento di risorse auspichiamo in un ulteriore sforzo nel trovare nuovi fondi da destinare ai ristori”.
A scatenare l’infezione del fungo patogeno erano state condizioni climatiche particolarmente favorevoli durante tutta la primavera e nei mesi successivi con piogge persistenti, umidità e temperature elevate che avevano compromesso la quantità della produzione riducendola del 24,5% secondo l’Istat.
Il settore vitivinicolo è la locomotiva agricola della Toscana con un valore alla produzione di poco meno di 1,2 miliardi di euro. Sono 12.700 le aziende del settore, 60 mila gli ettari coltivati a vite di cui il 32% con metodo biologico; 58 le indicazioni geografiche riconosciute, di cui 52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT.