“Mi ha sempre colpito la vicenda storica dei montalcinesi che accolgono Siena in fuga. Ho sentito il dolore di riagganciare quella bandiera di Montalcino alla storia gloriosa di Siena. Ho cercato di interpretare come virtù dell’anima questo ritirarsi in un’altura. Panfilo dell’Oca era un personaggio forte, coraggioso, intemperante. Ho raffigurato un uomo come cavato dalla fornace, un po’ squincio, toccato dal fuoco della vita, che è barbaro nell’aspetto ma tanto generoso”. Così, a MontalcinoNews, lo scultore e poeta Massimo Lippi descrive la sua ultima creazione, la fontanella restaurata in Piazzale Fortezza, a Montalcino, che raffigura, in marmo bianco di Carrara, Panfilo dell’Oca, prode cavaliere che nel giugno 1553 guidò i montalcinesi contro l’assalto dell’esercito spagnolo. L’opera, commissionata dal Borghetto per omaggiare anche, tramite una targa, la famiglia Pescatori, tra i fondatori del Quartiere biancorosso, sarà inaugurata il 7 luglio.
“Avevo poco spazio, ma se non un capolavoro, credo che sia venuto fuori un lavoro onesto che ha già catturato l’interesse dei turisti - prosegue Lippi, a Montalcino ieri per gli ultimi ritocchi - è una cosa piccola che ho cercato di fare in grande, come sentimenti, anche perché ho trovato persone che esprimono Montalcino al meglio, giovani di gran cuore e grande deferenza. Ho accettato perché ogni lavoro è sacro. L’aspetto fondamentale degli artisti è credere che c’è una vita ulteriore, e che questa vita si può ghermire, un fuoco - vedi Prometeo - che si può rubare attraverso la passione, che ti fa vedere cose che gli altri magari non vedono. Il compito sociale è di svegliare le coscienze attraverso la bellezza, che può essere fugace, effimera, lampeggiante nella notte”.
Lippi, che è nato a Ponte a Tressa, veniva ad allenarsi in bicicletta nel territorio del Brunello e si ricorda che da ragazzo, l’ultima domenica di ottobre, vedeva passare una “sequela di macchine che ingrossava ogni anno e andava alla Sagra del Tordo. Non ci sono mai stato, ma ho capito che c’è un sangue senese che vi incendia, che vi esalta, rimasto magari per tanto tempo sotto la cenere. Non è campanilismo, è amore per la tradizione senza essere folklore. È un misurarsi con noi stessi che non puoi certo fare con uno specchio, ma con il compagno di giochi, l’amico, chi ti ha sfidato in bici o ti ha fatto uno scherzo. È una cosa che in America non possono fare, perché hanno due secoli che sono un batter d’occhio per noi. La Tradizione sta al Fuoco come il tradizionalismo sta alla cenere. Se è una rievocazione balorda, fatta male, non impegna la miglioria del cuore. Quando sono davanti a un’opera d’arte, o sento una musica Mozart o Beethoven, e non miglioro, che senso ha? Montalcino ti fa migliore? Questa scultura che ho realizzato ti fa migliore? Dipende dalle tue attese. C’è una dignità in questi popoli, città nate come rifugio, nel caso di Montalcino, ma degne di essere onorate con opere d’arte, grandi scultori, il museo stesso che avete. Spero che il legame con Siena sia sempre più forte, lo vorrei rilanciare con Massa Marittima, che dette i natali a San Bernardino. Montalcino non è grande soltanto perché adesso ha il vino. Montalcino ha una sua essenza sacra”.
L’inaugurazione della fontanella di Lippi si terrà il 7 luglio. “Ci ritroveremo in Santa Croce alle ore 18 con una piccola comparsa - spiega il governatore, Michele Meiattini - poi passeremo da Via Ricasoli e infine giungeremo in Piazzale Fortezza, dove scopriremo la fontanina e offriremo un piccolo ricevimento”. “È un’opera d’arte vera e propria che andrà ad abbellire la via del Borghetto - disse l’ex governatore Jacopo Caporali, che ha seguito l’iter del progetto - è il posto più opportuno, visto che lì sorge una fontanina ad oggi poco valorizzata”.