Cosa berremo nel 2034? È la domanda alla quale prova a rispondere la Summer School di quest’anno della Fondazione Banfi: 25 persone da tutta Italia, tra neolaureati e professionisti del settore, selezionati tramite apposito bando, si incontrano a Montalcino per riflettere sugli scenari possibili del futuro del vino, alternandosi tra il Complesso di Sant’Agostino e Castello Banfi.
“Il futuro - afferma Cristina Mariani, presidente della Fondazione Banfi - non riguarderà solo la ricerca costante, lo sviluppo costante dei vigneti, ovviamente per la sostenibilità, ma anche su come produrre vini migliori in un clima più caldo, ancora in maniera naturale, e come produrre vini che le persone vorranno ancora apprezzare in tutto il mondo. Non sappiamo come sarà il mondo tra dieci anni. Forse sappiamo del cambiamento climatico e abbiamo degli esperti per parlarne, ma non conosciamo il consumatore e cosa vorrà. Ma di una cosa sono certa, cioè che la storia del Castello, la storia del territorio fin dal Medioevo non è mai tramontata. Un amore per tutto ciò che è toscano, italiano, una passione per la storia, per rispettala e naturalmente per guardare avanti alla prossima generazione. Dobbiamo mantenere una mentalità aperta, andare avanti, continuare a lavorare e vedere dove ci porterà la vita”.
A introdurre i temi dell’edizione 2024 della Summer School Alberto Mattiacci, docente dell’Università La Sapienza di Roma e direttore di Sanguis Jovis, l’Alta Scuola del Sangiovese della Fondazione Banfi.
“E’ una settimana nella quale parliamo e pensiamo di futuro – spiega Mattiacci -. Tutti noi essere umani siamo protesi verso il futuro, sono che non lo facciamo con consapevolezza spesso. Le organizzazioni produttive e le istituzioni invece devono essere consapevoli, perché devono inserire delle visioni nei loro processi decisionali. Le scelte di oggi devono avere consapevolezza del domani. Certo, nessuno conosce il futuro, ma esiste una branca di studi, che si chiama ‘future studies’, che ci dà alcuni strumenti per ragionare al meglio sul futuro”.
Tra i relatori della Summer School l’ex ministro e già presidente dell’Istat Enrico Giovannini, docente dell’Università Tor Vergata di Roma, Gabriele Gorelli, primo Master of Wine italiano, e Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana Vini e alla guida del Gruppo Marchesi Frescobaldi, che controlla a Montalcino Castelgiocondo e Tenuta Luce.
“Ci sono sempre stati cambiamenti nel mondo vitivinicolo – spiega Frescobaldi -. Basta guardare l’evoluzione nei consumi, che tutti gli anni sono scesi, perché la nostra dieta e la nostra socialità sono cambiati in questo periodo. Il vigneto si è adeguato a questi consumi. Chi fa impresa deve sempre ascoltare cosa sta accadendo fuori, nei mercati del mondo. Bisogna vedere come sono cambiate le nostre esportazioni nei primi cinque mercati. Dobbiamo avere grande rispetto di quello che avviene fuori e non usare la parola tradizione come il luogo comodo delle nostre paure. Tante volte quando qualcuno parla di tradizione ha paura del futuro, ma il mondo è dei giovani e bisogna lasciare spazio a loro. Sono ottimista”.
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