Torna in attivo il bilancio del Consorzio del Brunello. Dopo aver chiuso il 2022 con una perdita di 661.000 euro, “a causa dell’impennata delle spese di promozione e del ritardato incasso dei fondi Psr e Ocm”, il 2023 ha registrato un utile di 286.000 euro. Lo riporta il quotidiano economico “ItaliaOggi”, a firma di Emanuele Scarci. “Nel 2023 il consorzio ha incassato 4,2 milioni (+10,5%) per quote soci, vendita contrassegni Docg/Doc e rimborsi per eventi. Il consorzio ha inoltre ricevuto 300.000 euro di contributi dalla Regione Toscana e 320.000 euro dal Masaf/Ocm. I costi per merci e servizi sono stati tagliati da 4 a 3,4 milioni. I crediti ammontano a 1,8 milioni e i debiti a 2,3 milioni, di cui un milione verso banche. Le disponibilità liquide sfiorano 800.000 euro”, sottolinea uno dei quotidiani di riferimento dell’informazione economica italiana.
“Stendiamo un velo pietoso sul 2022 - dichiara a “ItaliaOggi” il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci - abbiamo cambiato il direttore, la struttura ha lavorato meglio e il consorzio ha effettuato nuovi investimenti promozionali i cui risultati si ritrovano nel lancio”. Sull’interruzione della storica partnership con la guida Michelin, “la commissione ad hoc del consorzio ha portato la proposta in Cda ed è stata approvata. È stata una scelta ponderata”, aggiunge Bindocci.
“Italia Oggi” poi riporta i dati certificati dell’Associazione vini toscani (Avito): nel primo trimestre 2024 l’imbottigliato del Brunello di Montalcino è stato di 2,9 milioni (+17% sullo stesso periodo 2023), “un dato migliore di Bolgheri (+9%) e in controtendenza rispetto al -6% del Chianti Classico, comunque maturato in un avvio di 2024 favorevole all’export italiano. Qualora il trend del Brunello venisse confermato anche nel resto dell’anno, il dato complessivo si attesterebbe intorno a 11 milioni di bottiglie, picco assoluto raggiunto solo nel 2021”. Si tratta di un ritorno della domanda o è un ristoccaggio degli importatori? “Credo si tratti della prima ipotesi - spiega sempre a “ItaliaOggi” Fabrizio Bindocci - l’interesse costante per il Brunello è confermato dagli importatori americani. Al massimo il Brunello rimane stabile quando gli altri rossi arretrano. Non credo ci sia più spazio per gli stoccaggi, oggi gli importatori sono molto oculati”.
Nel biennio 2022/23, sempre secondo i dati Avito, gli imbottigliamenti di Brunello di Montalcino sono calati del 15% a fronte del -16,5% del Barolo e del -24% dell’Amarone. “Meglio soltanto Bolgheri con un -8,6% - conclude “Italia Oggi” - per il Masaf, lo stock di Brunello allo scorso 31 marzo, 57 milioni di bottiglie, è rimasto pressoché invariato rispetto al 2021”.