Montalcino sinonimo di qualità non solo per il vino, ma anche per l’olio. Il New York Olive Oil Competition, uno dei principali concorsi internazionali di olio extravergine d’oliva, ha assegnato una medaglia d’oro al “Frantoio di Montalcino”, un riconoscimento che lo fa entrare di diritto nel novero dei migliori frantoi del mondo. Questo risultato acquista ancora più valore se si pensa che si tratta di una realtà che fino a pochi mesi fa nemmeno esisteva.
“Abbiamo rilevato il frantoio La Spiga il 31 luglio 2023 - afferma il presidente e amministratore del Frantoio Montalcino, Antonio Fortunato -. Loro non avevamo mai interrotto la produzione, ma era molto blanda, non avevano bottiglie loro a differenza nostra. Noi samo una start-up, il nostro primo olio è arrivato sul mercato a dicembre. Siamo un gruppo di soci finanziatori appassionati, l’anima è Daniele Lepori, giovane frantoiano pluripremiato del Monte Amiata. Assieme a lui abbiamo pensato di realizzare a Montalcino un prodotto di altissima qualità che possa essere degno del vino che si realizza in questo luogo”.
Nel ranking del New York Olive Oil Competition il Frantoio Montalcino ha ricevuto una medaglia d’oro con un punteggio di 99 su 100. “Non siamo stati gli unici premiati - racconta Fortunato -, stiamo partecipando a tutti i concorsi mondiali, quello di New York era il primo in ordine cronologico. Gli altri saranno a Dubai, Montecarlo e Londra. Ci siamo subito classificati in alto, significa che non abbiamo scontato il noviziato e questo non è poco”.
Questo premio inorgoglisce tantissimo Lepori, frantoiano di fama internazionale. “Ho la fortuna di essere tra i dieci migliori molitori al mondo - racconta Lepori -. Ho vinto 74 premi internazionali, ma questa medaglia per me ha un peso enorme da un punto di vista dell’emozione perché ho voluto con tutto me stesso venire a Montalcino. Credo moltissimo in questa comunità, vincere una medaglia in questo frantoio mi riempie di orgoglio”.
Il percorso di Lepori parte da molto lontano. “Sono cresciuto con l’olio delle multinazionali - racconta -, poi all’età di 21 anni ho assaggiato l’olio di un frantoio e ne sono rimasto folgorato. Ho aperto la mia azienda agricola nel Comune di Castel del Piano, è stato un percorso duro. Questo è un mestiere che non si può tramandare, mi sono concertato negli studi e mi si è aperto un mondo. Volevo venire a Montalcino per creare un prodotto di pari qualità del Brunello”.
Quella del Frantoio è una grande scommessa imprenditoriale. “Negli anni 60 questo territorio era più vocato all’ulivo che alla vigna - spiega Fortunato -. All’epoca c’erano tre frantoi attivi a Montalcino, questo dà la misura di quanto l’ulivo fosse presente in questo in territorio. Tutte le realtà vitivinicole in questo luogo hanno ulivi che vengono un po’ trascurarti, ma è normale, non è una critica, l’impegno sul vino regala soddisfazioni di un certo tipo è giusto puntare su quello. La nostra sfida è recuperare questo tipo di attività su Montalcino inserendola nella filiera di grande notorietà che questo territorio ha sui mercati internazionali”.
L’olio del Frantoio ha un nome molto particolare, che richiama molto il legame con il territorio, ma non solo. “Si chiama Brunera - spiega Fortunato -. È un nome da un lato romantico e dall’altro ammiccante. È un omaggio alla moglie di Lepori, che si chiama Rachele Brunello, ma è anche un nome che evoca qualcosa di più famoso qui a Montalcino. Le nostre olive? Abbiamo una selezione speciale 100% Montalcino. Il resto delle olive viene dalle dall’Amiata, posti come Piancastagnaio, Paganico e Seggiano”.
Qual è il segreto di questo olio? “Sarebbe scontato dire amore e passione - afferma Lepori -. In realtà è la parte umana, in un mondo che va verso l’intelligenza artificiale per fare l’olio ci vuole l’uomo che decide come fare le macchine. Noi al Frantoio modifichiamo le macchine in base alla qualità, è questo il nostro segreto. Per noi è anche importantissima la qualità della materia prima. Siamo qui per Montalcino e il nostro viaggio è appena iniziato”.