“Salve” milioni di etichette del vino già stampate stoccate nei magazzini di 12.000 aziende vitivinicole toscane, che hanno rischiato di finire al macero per via della nuova normativa europea. A renderlo noto Coldiretti Toscana e Vigneto Toscana, dopo l’ufficialità della proroga da parte del Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare che ha fissato al 30 giugno il termine per utilizzare le etichette già stampate e non in linea con la nuova normativa europea.
Secondo la normativa Ue, infatti, la nuova etichetta in cui indicare, tra l’altro, la lista degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale, doveva entrare in vigore l’8 dicembre dello scorso anno. Successivamente era stato fissato all’8 marzo il termine ultimo per usufruire della deroga per l’etichettatura e la commercializzazione dei vini e dei prodotti vitivinicoli aromatizzati etichettati con etichette riportanti il simbolo ISO 2760 “i” accanto al QR code che rimanda alle informazioni relative alla lista degli ingredienti e alla dichiarazione nutrizionale. Il Ministero ha ritenuto di allungare i tempi per lo smaltimento delle vecchie etichette già in magazzino e consentire quindi di “etichettare i vini e i prodotti vitivinicoli aromatizzati con etichette riportanti il simbolo ISO 2760 “i” accanto al QR code che rimanda alle informazioni relative alla lista degli ingredienti ed alla dichiarazione nutrizionale fino al 30 giugno 2024 e solo per il vino e i prodotti vitivinicoli aromatizzati circolanti sul territorio nazionale”. Le etichette rimanenti possono essere utilizzate, ma devono essere corrette con un adesivo che riporti il termine “ingredienti” accanto al simbolo “i” o ogni altra indicazione ritenuta utile.
Soddisfazione è stata espressa da Coldiretti Toscana e Vigneto Toscana, che però sottolineano come ora sia fondamentale uniformare gli standard a livello europeo, adottando la regola che per l’inserimento delle informazioni relative a ingredienti e valori nutrizionali si utilizzi un codice QR accompagnato dalla sola lettera “I”.
Il problema era nato perché a poche settimane dall’entrata in vigore dal nuovo regolamento la Commissione aveva deciso di inserire il termine completo “ingredienti”, invece di “I”, condannando di fatto al macero tutte le etichette già stampate dai produttori che si erano organizzati per tempo. Una decisione che avrebbe ulteriormente appesantito i costi delle aziende vitivinicole toscane già penalizzate dall’impennata dei costi che ne mettono a rischio la competitività sui mercati.