“Approfitto di questa occasione in prossimità della Settimana Santa e della Pasqua per fare un augurio a tutti: al nostro popolo, ai sacerdoti, ai religiosi, ai bambini, alle famiglie, ai ragazzi, agli anziani e a tutti i malati. Un augurio inoltre a tutte le persone che lavorano e a quelli che non lavorano più e a tutti coloro che vivono nelle difficoltà”. Inizia così il messaggio del cardinale Augusto PaoloLojudice, in vista della Pasqua (qui il programma della Settimana Santa a Montalcino).
“Stiamo portando avanti un cammino delle due Diocesi, delle due Chiese sorelle di Siena e Montepulciano con delle iniziative che ci caratterizzano e che ci fanno sentire quello che vogliamo realmente essere, ovvero due Chiese che camminano insieme e che condividono tutto quello che è possibile condividere”, prosegue il vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza e arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino.
“Non possiamo non ricordarci l’impegno che ciascuno di noi deve sentire dentro di sé - aggiunge Lojudice - faccio spesso riferimento al fatto che la tentazione che può assalirci è quella di pensare che ciascuno di noi possa considerarsi impotente di fronte alle grandi questioni che affliggono l’umanità. Credo che ognuno di noi possa fare qualcosa non per risolvere ad esempio conflitti internazionali, ma per cambiare le piccole cose in modo tale da dare una grande mano alla pace nel mondo. Ognuno di noi deve cercare di sciogliere quei nodi che sono presenti nelle nostre vite sociali e familiari, per arrivare così a dei traguardi che non immagineremmo. Voglio invitare tutti a essere attenti e solidali con chi non ha tante possibilità, chissà se il giorno di Pasqua diventiamo tutti buoni come a Natale. L’importante è che non sia una bontà sdolcinata, ma reale e concreta, fatta da piccoli gesti significativi e utili”.
Lojudice dedica poi un pensiero alla Valdichiana, “che ha avuto la possibilità di candidarsi come Capitale Italiana della Cultura 2026, anche se non è andata come tutti speravamo. Ho notato comunque una condivisione di ideali e una partecipazione collettiva che io ho simpaticamente chiamato “un’esperienza sinodale”, quella dei comuni che hanno lavorato insieme”.
“Infine - conclude il cardinale - dedichiamo il giorno di Pasqua a tutti i cristiani, a chi parteciperà alle celebrazioni e a chi verrà soltanto alla messa domenicale di Pasqua. È importante pensare a Dio e riflettere, guardare dentro noi stessi non per appesantirsi, ma per liberarci da tutto ciò che ci impedisce di essere sereni, liberi e gioiosi nella concretezza delle storie della vita. Un nuovo saluto e un grande augurio a tutti di una buona Pasqua di resurrezione”.
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