L’importanza di esserci, per consolidare la propria posizione in un’area che, pur con qualche difficoltà, evidenza tutto il suo potenziale, data anche la saturazione dei mercati storici, ma anche la consapevolezza di un popolo che, a differenza degli italiani, non fatica a rinunciare al lusso nei momenti critici. Dal 10 al 12 marzo il Brunello di Montalcino vola in Germania, a Düsseldorf, per partecipare a “Prowein 2024”, edizione n. 30 della fiera internazionale dei vini e liquori riservata agli operatori del settore. 47 le cantine di Montalcino che saranno presenti nello stand del Consorzio del Brunello (Padiglione 16 stand C57), di cui 30 con stand in collettiva, con i loro nuovi vini in uscita, a cominciare dal Brunello di Montalcino 2019, dal Brunello di Montalcino Riserva 2018 e dal Rosso di Montalcino 2022, passando per Moscadello e Sant’Antimo.
“Il mercato tedesco, come sempre nei momenti di crisi economica, è il primo a soffrire. I tedeschi si spaventano e la prima reazione è non comprare meno, non sono come gli italiani che si mantengono il lusso, loro lo tagliano - dice a MontalcinoNews Stefano Cinelli Colombini, titolare della Fattoria dei Barbi - però Prowein è molto più di un affaccio sulla Germania, è un affaccio su tutto l’Est Europa. Che purtroppo sta anch’esso soffrendo per via della guerra in Ucraina. Ma i fondamentali sono buoni e ci si può giocare il futuro del vino in Europa. Per quanto il Brunello stia crescendo sul mercato francese in modo inaspettato, i numeri non saranno mai grandi. I mercati tedesco, svizzero e austriaco sono consolidato, la Scandinavia ha i suoi problemi. L’Est Europa si sta arricchendo molto rapidamente ed è interessante, ma bisogna aspettare che finisca questa situazione in Ucraina. Nel frattempo, è importante essere presenti e farsi conoscere. Si semina per domani”.
“L’interesse del mercato tedesco c’è, però speriamo che questo interesse si traduca in ordini, ritiri e sviluppo commerciale”, sottolinea il proprietario di Uccelliera, Andrea Cortonesi, che come Cinelli Colombini sottolinea i problemi macroeconomici di popoli, “come quello tedesco ma anche austriaco e olandese, che quando devono fare un sacrificio lo fanno. Non come noi italiani che a certe cose non rinunciamo. Ho il timore poi che Prowein sarà meno frequentato. Era la prima fiera vinicola europea, adesso Wine Paris & Vinexpo Paris l’ha superata”. “Sono ottimista ma rimango prudente”, conclude Cortonesi, che si rammarica perché poteva arrivare una lettura più positiva dell’ultima annata in commercio, la 2019. “Il Rosso di Montalcino 2019 era strepitoso, il Brunello 2019 è stratosferico. Lo paragonerei al Brunello 1990, come caratteristiche nella parte agronomica in vigna e anche per l’evoluzione del vino in cantina. Purtroppo l’annata non è stata letta nelle sue sfumature, considerata troppo austera, anche da parte della critica, in un momento in cui si va alla ricerca di vini semplici, eleganti, con un tannino sottile. Dispiace perché sarà un’annata che nel tempo potrà scrivere pagine di grandi emozioni”.
Pur con un calo rispetto alle scorse edizioni, l’Italia, con oltre 1.190 espositori registrati, sarà il Paese più rappresentato, seguito da Francia (743) e Germania (708), e da tanti Paesi di tutto il mondo, dall’Argentina all’Armenia, dalla Bolivia al Brasile, dalla Cina all’India, Israele al Giappone, da Panama alla Slovacchia, dagli Stati Uniti alla Turchia, dal Regno Unito al Venezuela, solo per fare alcuni esempi.