È l’ultimo appuntamento della stagione di prosa della rassegna teatrale di Montalcino, curata e gestita dal Teatrino dei Fondi. Il 23 marzo (ore 21.15) al Teatro della Grancia di Montisi va in scena “Norilsk”, spettacolo che, con un perfetto equilibrio tra profondità, riflessione e ironia, parte dalla storia dello Spartak Mosca e dalla saga dei fratelli Starostin, che fondarono la squadra più amata dagli operai russi e convinsero Stalin a organizzare una partita di calcio sulla Piazza Rossa, e si intreccia con le vicende politiche dell’Urss e del Gulag di Norillag, nella Siberia del nord, dal quale è nata la città di Norilsk. Una cittadina interamente costruita sul permafrost, dove l’estrazione e la lavorazione di carbone, nickel e palladio ha provocato e provoca un impatto ambientale di proporzioni mondiali ancora oggi irrisolto che le dà il primato di una delle città più inquinate al mondo. Circa quattro milioni di sostanze chimiche tossiche vengono rilasciate nell’aria ogni anno. La neve, che copre il suolo per 9 mesi l’anno, assume a volte tonalità rosse o gialle, a causa delle piogge acide.
Norilsk (testo di Enrico Falaschi e Giorgio Vierda, con Giorgio Vierda, regia Enrico Falaschi, una produzione Teatrino dei Fondi) è il racconto delle vicende dei fratelli Sarostin, di disastri ecologici, di politiche ambientali fallimentari, di schiavitù e di libertà. Una storia, in un luogo apparentemente lontano dalle nostre vite, con cui purtroppo però condividiamo molto. I biglietti, in vendita anche su ticketone.it, costano 10 euro (8 euro il ridotto per under 25, over 65 e soci Unicoop Firenze). Per info 342 5772767, info@montalcinoteatro.it, www.montalcinoteatro.it.
Intanto prosegue, fino al 23 marzo, nel Teatro degli Astrusi di Montalcino, la mostra “Marco Filiberti: alle sorgenti della bellezza” (ingresso gratuito). L’esposizione si compone di un ricco corredo di fotografie di scena, manifesti, documenti audiovisivi, elementi scenografici, studi preparatori e costumi per omaggiare un artista dotato di una sensibilità rara, e il cui profondo e poetico sentire ha individuato nei territori del Senese l’ambiente ideale in cui stanziarsi, oltre a divenire il centro produttivo del suo lavoro, creativo e didattico.