Da Ridolfi a Cupano, da Il Paradiso di Manfredi a Le Chiuse, da Lisini a Le Ragnaie, da Patrizia Cencioni a Pian delle Querci. Sono solo alcune delle cantine di Brunello di Montalcino che prenderanno parte alla “Slow Wine Fair 2024”, a Bologna, dal 25 al 27 febbraio, con la regia di Slow Wine che, nella città bolognese, chiama a raccolta tutti i produttori del mondo accomunati dallo spirito della Slow Wine Coalition per quella che si presenta come una “Woodstock del vino”, con tante etichette dall’Italia e dal mondo da assaggiare, storie da scoprire di aziende che, nella stragrande maggioranza dei casi, curano tutto “in casa”, dalla vigna al commercio, unite dalla voglia di cambiare il mondo del vino, o quantomeno di proporne una versione alternativa, con uno spirito di “rivoluzionario”, che richiama quello del mitologico festival musicale di Woodstock.
“La Slow Wine Fair persegue un obiettivo importante e ambizioso: cambiare l’approccio all’agricoltura attraverso la produzione di vino - spiega Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slow Wine e coordinatore della Slow Wine Coalition - le 1.000 aziende in Slow Wine Fair hanno fatto, da tempo, una scelta precisa, che va nel senso della drastica riduzione o totale cancellazione della chimica di sintesi; inoltre, utilizzano le risorse ambientali in maniera cosciente e sostenibile, sono lo specchio del loro terroir di provenienza, di cui preservano la biodiversità, e sono motori di crescita sociale delle rispettive comunità di appartenenza”. “Oltre il 50% delle cantine sono biologiche, biodinamiche, o in via di certificazione - spiega Giancarlo Gariglio, alla guida di Slow Wine - e tutte le aziende coinvolte devono sottostare ai dettami del Manifesto per il vino buono, pulito e giusto”. Una fiera, quindi, la Slow Wine Fair, per assaggiare vini e fare business, ma anche un momento di riflessione su temi importanti per il futuro del vino e non solo.