CastelGiocondo, Banfi e Camigliano sono le più grandi “oasi bio” di Montalcino. A rivelarlo un’indagine MontalcinoNews, su dati del Sian (il Sistema Informativo unificato di servizi del comparto agricolo, agroalimentare e forestale messo a disposizione dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e dall’Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), che fa chiarezza su un argomento, quello della sostenibilità ambientale e del rispetto per la natura, tra i più sensibili nell’opinione pubblica di oggi. In un territorio già di per sé vocato alla biodiversità, dove la metà dei vigneti (che rappresentano appena il 15% della superficie totale dell’ex Comune di Montalcino) è certificata biologica, emerge che la prima “oasi bio”, considerando, non solo i vigneti, ma anche seminativi e coltivazioni arboree, è CastelGiocondo, tenuta del Gruppo Frescobaldi, tra i nomi più importanti del vino italiano, con 346 ettari complessivi certificati biologici. Al secondo posto, Banfi, cantina guidata da Cristina Mariani-May, che ha aperto il mercato mondiale al Brunello di Montalcino, con 297 ettari. Al terzo posto Camigliano, fondata nel 1957 dalla famiglia Ghezzi (249 ettari). A seguire, fuori dal podio, Col d’Orcia, seguita da Il Poggione e da Castiglion del Bosco.
Credit foto: CastelGiocondo
È veramente una grande soddisfazione vedere come Col d’Orcia, nel 2010, ha dato inizio ad una dinamica di maggiore attenzione ai temi ambientali sul territorio del Brunello da parte delle grandi aziende. Il prossimo passo, è quello di riuscire a convincere una maggioranza dei produttori a sottoscrivere la certificazione di sostenibilità per l’intera Denominazione. Il mio sogno è quello di vedere tutto il Comune di Montalcino divenire una grandissima oasi Biologica. Penso che come produttori del vino più famoso e premiato d’Italia abbiamo la responsabilità morale di dare il buon esempio ed indicare la strada da seguire così come abbiamo fatto così tante volte nel passato.
Viva MontalcinoBio
Francesco
L’articolo di MontalcinoNews ha voluto, soltanto e semplicemente, fissare le grandezze, in generale, delle coltivazioni arboree e agricole biologiche a Montalcino. Per il resto ognuno può dire, sognare e fantasticare come vuole su qualsiasi argomento e sviluppo della terra del Brunello. Il territorio di Montalcino è, comunque, una grandissima oasi verde (grazie al bosco che va ben oltre la metà della superficie) che arriva da anni ed anni, forse meglio dire secoli, di lavoro di tante e tante generazioni e, soprattutto, di scelte politiche che lo hanno protetto e fatto crescere. La storia di Montalcino (abbiamo una ampia bibliografia che lo dimostra) non è solo frutto di chi arriva adesso, o quasi, o è arrivato da poco nel territorio. Tanti sono gli esempi che possiamo indicare, ma questo forse è un altro discorso … che va ben oltre logiche di mero marketing aziendale. Prosit, cin cin, evviva !!!