Il territorio di Montalcino, e in generale quello tra le province di Siena e Grosseto, grazie alla vastità dei boschi con una macchia spesso impenetrabile, si prestò favorevolmente all’organizzare della lotta partigiana. Qui operò la “Divisione Spartaco Lavagnini” alla quale aderirono molti giovani del territorio dai nomi in codice: il loro compito era quello di allargare il presidio della “Lavagnini” dal Comune di Monticiano fino a quelli di Murlo e Montalcino, individuando luoghi isolati e difendibili dove far crescere nuovi distaccamenti della brigata. E proprio tra i boschi di Montalcino, in località Rigosecco, il 15 gennaio 1944 perse la vita il diciottenne Luigi Marsili, primo caduto della resistenza in terra di Siena, mentre il suo coetaneo, Luciano Panti, morì dopo poche ore a Castiglion del Bosco per le numerose ferite riportate. Alcuni partigiani feriti fuggirono nel bosco, mentre i restanti del gruppo furono fatti prigionieri. L’eccidio di Rigosecco è stato ricordato ieri, a 80 anni esatti dall’accaduto, dal Comune di Montalcino, assieme all’Anpi e ai Comuni di Buonconvento, Certaldo e Murlo (con la partecipazione delle autorità e delle delegazioni scolastiche), depositando delle corone d’alloro sul cippo commemorativo.
“I fatti di Rigosecco, letti sui libri di storia locale con ancor più dettaglio di come qui sono riassunti - scrive il Comune di Montalcino sul proprio canale Facebook - ci spingono a riflettere sullo stato di guerra che scorreva tangibile nelle nostre zone solo ottanta anni fa e ci fanno sentire ancora maggiore la vicinanza a quei Paesi e a quei popoli che vivono quotidianamente la guerra ancora oggi, a tutti coloro cioè che rischiano la vita solo nell’indecisione di rimanere a casa, uscire per strada, trovare un nascondiglio o fuggire dal proprio paese. Per noi qui e ora la pace è un dono ricevuto dal passato dei nostri nonni, i cui sacrifici fatti da giovani, come spesso succede, in alcuni casi ci sono stati omessi per farci vivere con naturalezza una condizione di serenità che per loro è stata una dura conquista. A noi il dovere morale di conoscere il passato con attenzione e partecipazione, informandosi, leggendo, domandando a chi ne sa più di noi, guardando film e documentari, per cercare di comprendere, rispettare, preservare e far così evolvere la libertà e la democrazia ricevute in dono”.
Foto di Francesco Belviso e Andrea Rabissi