Montalcino conferma un primato importante: è una delle undici realtà d’Italia (di cui tre, record, in provincia di Siena, considerando anche Montepulciano e San Gimignano) ad avere almeno cento agriturismi nel proprio territorio. Gli altri comuni sono Appiano sulla strada del vino, Assisi, Caldaro sulla strada del vino, Castelrotto, Cortona, Grosseto, Manciano e Noto. Lo segnala l’ultimo aggiornamento dell’Istat, riferito all’anno 2022, che conta 25.849 aziende agrituristiche attive nel Belpaese, +1,8% rispetto al 2021 e quasi il doppio del 2014. A livello generale si evidenzia un forte recupero rispetto al periodo precedente al Covid. Gli arrivi hanno superato i quattro milioni (+8,5% sul 2019), secondo l’analisi Coldiretti/Terranostra sul rapporto Istat. Il valore della produzione agrituristica sale a 1,5 miliardi di euro grazie a 15,5 milioni di presenze. Di queste, ben il 58% è composto da agrituristi stranieri, con una durata media della permanenza nelle strutture di 3,8 giorni, maggiore per gli stranieri (4,6) rispetto a quella degli italiani (3,1).
“L’agriturismo non è solo uno straordinario volano economico per i territori e per le aree interne del Paese, ma rappresenta anche un potente mezzo di diffusione della cultura del cibo e dell’arte della cucina italiana candidata a patrimonio immateriale dell’umanità per l’Unesco”, spiega il presidente Terranostra Coldiretti, Dominga Cotarella, tra l’altro proprietaria, con la famiglia, dell’azienda di Brunello Le Macioche, a Montalcino.
Altro positivo segnale arriva dal numero in crescita di conduttori con meno di 40 anni (più di un terzo, il 34%) e delle donne alla guida delle aziende agrituristiche, ormai oltre 8.800 (34,1%). Toscana, Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto, Lazio e Umbria sono nell’ordine le regioni con maggiore presenza di strutture agrituristiche che complessivamente in Italia, precisano Coldiretti e Terranostra, sono in grado di offrire oltre 297.000 posti letto e quasi 536.000 posti a sedere mentre, tra le nuove tendenze, si segnala la diffusione capillare delle strutture agrituristiche con la presenza di almeno un agriturismo nel 64% dei comuni italiani e l’ampliamento dell’offerta economica, con l’integrazione tra i tradizionali servizi di ristorazione, alloggio e degustazione con altre attività, alcune delle quali di notevole rilevanza sotto il profilo sociale, come le fattorie didattiche, o culturale-paesaggistico (escursioni, trekking …), equitazione, mountain bike e osservazione naturalistica. Coldiretti e Terranostra evidenziano che il successo degli agriturismi è spinto anche dalla riscoperta del valore storico, culturale ed ambientale dei piccoli borghi, che ospitano appena il 16% della popolazione nazionale, ma rappresentano il 70% del numero totale dei comuni italiani e il 54% dell’intera superficie italiana, in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai pascoli ai terrazzamenti. Gli agriturismi rappresentano un’ottima base di partenze per visitare queste realtà, in cui nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali, secondo l’indagine Coldiretti/Symbola. “Il turismo rurale nazionale è trainato da un’agricoltura che è la più green d’Europa, con la leadership Unione Europea nel biologico con 80.000 operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (325), 526 vini Dop/Igp e 5.547 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori”, afferma Dominga Cotarella.
La capacità di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo resta, secondo Coldiretti, la qualità più apprezzata degli agriturismi italiani che peraltro hanno però qualificato notevolmente la propria tradizionale offerta di alloggio e ristorazione con servizi innovativi per gourmet, sportivi e ambientalisti come la visita di percorsi archeologici o naturalistici, ma anche corsi di cucina e wellness.