È scomparso a fine dicembre, all’età di 89 anni, il regista georgiano naturalizzato francese Otar Iosseliani, ben conosciuto a Montalcino per aver girato “Un piccolo monastero in Toscana”, piccolo gioiello del cinema e spaccato di un’epoca, e di una Montalcino, che ormai non esiste più. Nato a Tbilisi nel 1934, Iosseliani fu costretto ad emigrare in Francia nel 1982 perché i suoi film furono spesso bloccati dalla censura sovietica. Accanto ai suoi titoli più famosi, come “I favoriti della luna” e “Briganti”, Iosseliani girò nel 1988 questo documentario di 55 minuti sulla vita di cinque monaci dell’Abbazia di Sant’Antimo, affresco rarefatto di una civiltà rurale in cui i vecchi lavoravano ancora nelle vigne, versavano il vino dai fiaschi, parlavano la stretta lingua della Val d’Orcia. Una fotografia scattata solo trentasei anni fa, ma che sembra appartenere ad un passato lontanissimo, proprio perché testimone di radici perdute e di differenze tra città e campagna. Un documento prezioso da trasmettere alle nuove generazioni, affinché non perdano origini e storia del territorio, quello lasciato da Otar Iosseliani, un artista e un’esteta, capace di “dipingere” nelle sue opere affreschi che raccontano le abitudini, gli usi e i costumi di una società sempre in movimento.
dati a cura di 3BMeteo
11 maggio 2025 09:30