Il 24,02% di share e 3,27 milioni di telespettatori: ecco i numeri della puntata di “Linea Verde” andata in onda ieri (qui per rivederla), che, partendo da Siena e dal capolavoro di Ambrogio Lorenzetti, “L’allegoria e gli effetti del Buono e del Cattivo Governo”, si è poi estesa ai tesori di Montalcino, della Val d’Orcia e delle Crete Senesi, come il Brunello, il tartufo bianco di San Giovanni d’Asso, le terrecotte di Petroio, la Cinta Senese.
Livio Beshir - conduttore della storica trasmissione di Rai 1, assieme a Giuseppe Calabrese, in arte “Peppone”, e Margherita Granbassi - in compagnia di Alessandro Regoli, giornalista e direttore del sito di informazione sul vino WineNews, iniziando da uno dei simboli di Montalcino, la trecentesca Fortezza, ha ricordato gli assedi di Montalcino e il legame con Siena, per poi approfondire l’espressione massima del territorio, il Brunello - invenzione ottocentesca frutto di una borghesia illuminata che dialogava con i grandi naturalisti francesi, oggi simbolo del Made in Italy nel mondo - andando alla scoperta del miglior vino al mondo secondo la rivista americana “Wine Spectator”, il Brunello di Montalcino 2018, nella rinascimentale Villa di Argiano, storica cantina che fonde Rinascimento e contemporaneità, con tanto di visita alla collezione privata del proprietario di Argiano, l’imprenditore brasiliano Andrè Esteves, e viaggiando dentro riti antichi, come la ricolmatura delle bottiglie storiche della Tenuta Il Greppo di Biondi Santi, la cantina che ha inventato il Brunello di Montalcino. Livio Beshir è andato poi nel cuore delle Crete Senesi, a San Giovanni d’Asso, dove ha approfondito il valore della terra che custodisce i tartufi, assieme a Paolo Valdambrini, presidente dell’Associazione Tartufai Senesi.
Il viaggio emozionale di “Linea Verde” nelle Terra di Siena (un programma di Camillo Scoyni, di cui è stato, per questa trasmissione, regista Luciano Sabatini e autore Carlo Cambi) ha toccato ancora le Crete Senesi, dal maialino di Cinta Senese protagonista dell’affresco del Lorenzetti, e da cui proviene il prosciutto di cinta senese dell’azienda agricola di Mario Vigni e Letizia Moretti, a Vescona (nel Comune di Asciano), alla lavorazione di vasi che ornano nel mondo le più prestigiose dimore, a Petroio con l’artigiano-artista della terracotta Moreno Cresti, per poi passare a San Quirico d’Orcia, lungo la Via Francigena, sulle orme dei pellegrini, dove la comunicatrice d’impresa e del territorio della Valdorcia Eleonora Ciolfi ha accompagnato Margherita Granbassi tra cipressi, olivi e vestigia etrusche in una campagna dichiarata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’Umanità. Il “tour” è poi tornato a Siena, dove Giuseppe Calabrese, in arte “Peppone”, si è recato nella contrada della Chiocciola per un viaggio dietro le quinte del Palio di Siena.
Ascolti record (il 24% di share e 3,27 milioni di telespettatori, appunto) per l’ultima puntata di “Linea Verde”, la storica trasmissione di Rai 1 che da oltre quarant’anni racconta al grande pubblico l’Italia più bella, quella delle eccellenze del territorio e delle tradizioni, della ricchezza dei borghi e dell’enogastronomia. Una puntata che ha messo in rilievo la bellezza dei paesaggi, la cura dei particolari, l’eleganza di “opere umane” inserite in contesti unici al mondo. Grazie anche a tecnologie ed alle risorse umane d’eccellenza (l’uso del drone è stato affidato ad uno dei migliori collaboratori della Rai), la puntata di “Linea Verde” è riuscita anche a dimostrare una forma di informazione che ha intrecciato e messo insieme i gioielli della natura, della cultura, dell’artigianato e dell’agricoltura di uno dei territori più belli d’Italia, grazie al lavoro degli uomini e delle donne che da generazioni vi si sono succeduti, ma anche i suoi classici prodotti belli, buoni e ben fatti che vengono fuori, come per miracolo, da questa terra davvero benedetta.