L’ultima annata del Brunello è “una ricchezza per i collezionisti e gli appassionati della denominazione”. Ne è convinto il giornalista Eric Guido, responsabile per l’Italia di “Vinous”, l’autorevole testata americana fondata nel 2014 dal critico Antonio Galloni. “Un ritorno al classicismo”, sintetizza Guido nel suo report dedicato al Brunello di Montalcino 2019, in cui assegna per la prima volta un 100/100, al Brunello di Montalcino Vigna La Casaccia 2019 di Canalicchio di Sopra. “Un risultato che ci fa estremamente piacere - commenta a MontalcinoNews Francesco Ripaccioli, proprietario di Canalicchio di Sopra - e che riconosce il nostro progetto, avviato sei anni fa, sull’identità dei vigneti e sulla valorizzazione delle peculiarità, attraverso i singoli vigneti Vigna La Casaccia e Vigna Montosoli, che sono separati da un km, entrambi nella parte nord e con un connotato climatico simile ma con due terreni diversi”. La prima annata de La Casaccia è uscita con la 2015 (premiata con 100/100 da James Suckling, mentre l’altro single-vineyard, il Brunello di Montalcino Vigna Montosoli, ha ricevuto i 100/100 con l’annata 2018 da Kerin O’Keefe, ndr). “Credo che il messaggio sia la diversità - prosegue Ripaccioli - Montalcino ha tante sfaccettature che rappresentano un patrimonio. Ci sono diversi progetti di altre aziende, in tutti i versanti, che puntano a sottolineare le caratteristiche dei terroir. Il nostro intento non è creare una scala gerarchica tra le nostre zone interne, non che la Vigna La Casaccia ha un’importanza maggiore. Semplicemente, ci sono annate in cui si esprime meglio una zona e annate in qui si esprime meglio un’altra”.
Eric Guido, per “Vinous”, ha degustato il Brunello 2019 e anche molti dei migliori Brunello 2016, per fare un confronto tra “due annate fantastiche. Montalcino continua a creare vini di livello mondiale di altissimo livello e, nella maggior parte dei casi, a prezzi ragionevoli”. “Per me - prosegue Guido - le somiglianze con la 2016 sono chiare come il giorno, ma ciò che la 2019 aggiunge è l’energia e la croccantezza dei tannini”. Sul podio degli assaggi top, dopo il Brunello di Montalcino Vigna La Casaccia di Canalicchio di Sopra, salgono due vini de Il Marroneto, altra griffe che negli ultimi anni ha scritto le pagine più avvincenti della denominazione: sfiorano la perfezione il Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2016 (99+) e il Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2019 (99 punti). “Sono contento - spiega il proprietario de Il Marroneto, Alessandro Mori - di far parte, ancora una volta, del vertice di una graduatoria dove però, in generale, potevano esserci punteggi più alti, vista la qualità della 2019. È l’ennesima occasione per ribadire un concetto: dobbiamo fare ancora tanta strada, tutti i produttori assieme, perché la denominazione del Brunello si merita di avere ancora più attenzione a livello mondiale”.
“Quest’annata riesce a mettere insieme le due anime del Brunello, la raffinatezza e la potenza, che in genere si alternano - aggiunge Ripaccioli - nella 2019 troviamo una simbiosi, una perfetta armonia”. Sulla stessa lunghezza d’onda è Eric Guido. “Per me non c’è mai stato alcun dubbio sul fatto che, mentre il 2021 sarà un anno entusiasmante da seguire e il 2020 sarà soave ed elegante, il 2019 risulta il migliore per la sua assoluta armonia - conclude la firma di “Vinous” - alla fine, il 2019 offre una fusione di potenza ed eleganza in un modo raramente visto, pur mantenendo un delizioso equilibrio tra acidità e struttura”.