Una nuova vita per la chiesa di San Pietro, a Sant’Angelo in Colle. Chiusa per diversi anni e in stato di degrado, è stata rimessa a posto tra maggio e giugno 2023 grazie a un intervento al tetto portato avanti dal consiglio della Società Filarmonica Giuseppe Verdi di Sant’Angelo in Colle e sostenuto economicamente da cinque cantine di Brunello del territorio circostante: Il Poggione, Talenti, Collemattoni, Capanne Ricci e La Togata. Così la chiesa - di cui si trova traccia in documenti scritti per la prima volta nel 1464, un vero gioiellino dal quale si gode di un panorama mozzafiato - è stata rimessa a disposizione della comunità sia per funzioni religiose che eventi culturali. Dopo tre concerti estivi, l’ultimo appuntamento è stata la presentazione il 14 ottobre del libro di Anabel Thomas, dal titolo “The Art and Government service of Francesco di Bartolomeo Alfei (C.1421-1495). Visual Propaganda and Undercover Agency for the Republic of Siena”.
“Visto che Thomas abita a Sant’Angelo in Colle abbiamo pensato ad una seconda presentazione nella chiesa, dopo quella che aveva fatto a settembre al Complesso di Sant’Agostino – racconta a MontalcinoNews Lorenza Granai, residente a Sant’Angelo e componente della Filarmonica – ho coordinato l’evento spiegando la storia di Anabel, il suo rapporto col paese, il fatto che è un’accademica conosciuta a livello internazionale soprattutto per i suoi studi sul Rinascimento fiorentino e senese. E poi ho inquadrato il periodo storico in cui è vissuto Francesco di Bartolomeo Alfei, considerato oltre che un pittore anche una spia, perché prendeva informazioni e le metteva a disposizione della Repubblica di Siena. Una sorta di giallo, molto interessante. Tra l’altro probabilmente è nato a Montalcino, anche se non ci sono certezze”.
Focus: la storia della chiesa di San Pietro
A Sant’Angelo esistevano almeno due chiese dedicate a San Pietro. Nei primi del XIII secolo e testata l’esistenza di una chiesa di San Pietro fuori le mura, ubicata nella parte nord (nei pressi d podere Casella), che risultava ancora ufficiata nel XVII secolo e abbandonata tra il 1761-1765 e c San Pietro Vecchio dentro le mura, sorta nella prima metà del XIV secolo (riportata nella tavola delle possessioni del 1320), che non risultava più in piedi verso la fine del XVII secolo. Di entrambe non rimangono tracce.
Dell’odierna Chiesa di San Pietro si ha la prima traccia nel 1464, quando il Pontefice Pio Il dà in dote al Capitolo della Cattedrale di Montalcino, vari beni, tra cui tale chiesa. Molto presto la chiesa venne annessa alla Parrocchia, con l’onere per il parroco di mantenerla. Nel 1576, in occasione della visita del Vescovo Bossi, la Chiesa risulta in stato di abbandono. Il Vescovo ne ordinò così la pavimentazione, l’imbiancatura e di aprire due finestrelle con griglie di ferro (poi chiuse e nuovamente aperte). Alla chiesa era annesso un cimitero, anch’esso in stato deplorevole durante la suddetta visita.
Dalla visita del 1618 risulta che nella chiesa vi fosse un piccolo campanile, su cui era issata una campanula, acquistata probabilmente assieme a quella della parrocchia nel 1588 e quella esistente presso la Compagnia. All’interno della chiesa, a sinistra rispetto la porta d’ingresso si trovava un murello, per comodità dei fedeli.
Nel 1744, durante la visita del Vescovo di Montalcino Borgognini, la chiesa risulta completamente restaurata grazie all’intervento del Parroco Ascanio Borghesi, nobile senese e parroco di S. Angelo dal 1718 al 1753.
Dalla visita del 1765 si conosce che alla chiesa era stata aggiunta la sacrestia, l’abside semicircolare, e che la chiesa non si chiama più di San Pietro, ma chiesa della Madonna della Misericordia della Beata Vergine Maria, in quanto vi si venerava l’immagine della Madonna della Misericordia, ovvero il dipinto su tavola della Madonna col Bambino, detta anche Madonna della Misericordia. Si descrivono l’aggiunta del coro e sembra il rifacimento dell’altare ad opera del Parroco Tozzi.
A partire dalla fine del XVIII, la chiesa venne comunemente chiamato Chiesa della Compagnia, in virtù del fatto che nel 1793 venne fondata la Compagnia della Madonna della Misericordia. La chiesa divenne sede della Compagnia.
La Compagnia aveva il ruolo di assicurare ai membri le processioni e le onoranze funebri, secondo un rituale che prevedeva l’accompagnamento della salma dai Fratelli della Compagnia e il mantello di velluto nero con la croce ricamata in oro, che veniva appoggiato sulla bara del defunto. Tale mantello è ancora conservato in questa chiesa. Nel 1840 vi viene sepolto l’ultimo erede della famiglia benefattrice, il Cav. Donato della Ciaia.
Con il passare degli anni la chiesa si ridusse di nuovo in condizioni critiche, tanto che nel 1849 si penso di costruirne un’altra per ospitare il dipinto della Madonna della Misericordia. Dato però il costo ingente, si preferì restaurare la chiesa e anche il dipinto, che risultava in stato di assoluto deperimento.
Nel 1849 fu quindi deciso di procedere al restauro della chiesa e della pala dell’altare maggiore, completato nel 1850. Sempre nello stesso anno la campanella esistente, insieme a quella trasferita dalla Chiesa della Concezione, furono vendute per comprarne un’altra, l’attuale.
Nel 1852, il dipinto fu restaurato dal tecnico senese Domenico Monti.
Intanto venne portata avanti l’idea di costruire una nuova chiesa, della quale fu posta la prima pietra nel 1889. Iniziata la costruzione della nuova chiesa per la Madonna, il dipinto viene spostato dalla Madonna della Misericordia e collocato nella chiesa di San Michele dove rimase per diversi anni. Sembra che il dipinto non sia più tornato nella chiesa fuori le mura.
La chiesa viene affidata alla Compagnia, che ne curerà il restauro, viste le condizioni nuovamente di degrado. In questa occasione si chiusero le due finestrelle quadrate a destra e sinistra della porta di ingresso, e venne collocata sull’altare il dipinto della Madonna di Pompei. Viene posta sulla facciata la data 1890.
Nel primo decennio del XX secolo il dipinto fu sistemato nella chiesa della Madonna del Rosario, appositamente costruita. Nel mese di settembre del 2022 il dipinto è stato rimosso dalla chiesa della Madonna del Rosario per un intervento di restauro.
Passarono 50 anni e la chiesa venne completamente abbandonata, rimanendo chiusa per venti anni fino al 1960, quando ad opera del comitato per le solenni feste venticinquennali, venne restaurata e aperta al culto.
Da allora la chiesa fu retta da un Consiglio Amministrativo autonomo, e vi furono celebrate le messe in occasione della Madonna del Rosario l’8 maggio e la prima domenica di ottobre, la festa di San Pietro e quella di San Bernardino e di Santa Caterina. Le due statue lignee raffiguranti appunto S. Bernardino e S. Caterina nel 1785 vi furono portate dalla Chiesa dell’immacolata Concezione (a cui si trovava vicina la Cappella della Madonna delle Nevi), Insieme alla campanella, dopo la soppressione della Compagnia omonima (Compagnia laicale della Concezione).
Le due statue furono trasferite poi nella chiesa parrocchiale intorno agli anni ’70, poi di nuovo riportate, e ancora trasferite nella chiesa parrocchiale nel 2019. La lapide esposta sopra l’ingresso principale, riporta un restauro eseguito nel 1960. Nell’abside sono conservati dei materiali e degli indumenti sacri appartenenti alla Compagnia della Madonna della Misericordia, rimasta attiva fino al 2019, prima del Covid.
Con il restauro di maggio-giugno 2023, appena ultimato, si è cercato di mettere in sicurezza il tetto per potere utilizzare nuovamente la chiesa per funzioni religiose ed eventi culturali
Fonti:
Garrisoning the borderlands of mediaeval Siena, Anabel Thomas, 2011
Parrocchia di S. Michele Arcangelo in S. Angelo in Colle, Don Antonio Brandi, 2004
S. Angelo in Colle nella storia (Appendice), Ugo Ricci, 1989
La Società Filarmonica di S .Angelo in Colle, Don Antonio Brandi, 1976
Statuto della Società Filarmonica di S. Angelo, 1885