“Bisogna proseguire nella strada che abbiamo intrapreso, che ha fatto del Laboratorio un interlocutore a livello internazionale a livello storiografico. Si possono sostanziare i rapporti con le scuole di Montalcino, c’è piena disponibilità dei collaboratori del Laboratorio e ci auguriamo che di qui a breve si possa mettere in piedi una serie di interventi. Il radicamento a Montalcino passa anche da un rapporto con i Quartieri, che c’è stato solo marginalmente. Anche quella è una pista sulla quale dobbiamo incamminarci. Ci sono poi delle ricerche di riferimento territoriale che possono essere compiute, tanta è la ricchezza della documentazione disponibile per quanto riguarda Montalcino e la Val d’Orcia. Ricerche nelle quali possono essere impegnati i più giovani tra i nostri allievi e collaboratori. Mi fa piacere che c’è piena disponibilità anche dell’amministrazione comunale”. Così Alfio Cortonesi, storico di Montalcino e professore all’Università della Tuscia di Viterbo, analizza a MontalcinoNews il percorso compiuto dal Laboratorio di Storia Agraria di Montalcino, la cui edizione n. 24, che ha messo al centro le pratiche di sostenibilità e l’utilizzo delle risorse nelle campagne medievali e moderne, si è chiusa stamattina nel Complesso di Sant’Agostino.
“Una sede perfetta, con spazi adatti e la giusta atmosfera”, sottolinea Mario Marrocchi, segretario del Cesscalc, il Centro Studi che organizza il Laboratorio. “Il taglio didattico è stato positivo, con grande interesse da parte della decina di studenti presenti. Studenti e studentesse, visto che c’è stata la prevalenza del genere femminile. È andato bene anche il collegamento da Parigi con lo storico francese Mathieu Arnoux; le esperienze da remoto sono interessanti, purchè rimangano limitate. Ci teniamo al fatto che il laboratorio resti in presenza. Il lavoro su documenti e fonti rimane centrale e per fortuna non ci hanno sostituito ancora con le macchine (ride, ndr)”.
C’è poi il Premio “Città di Montalcino”, che quest’anno ha visto anche il ritorno della sezione “arte, comunicazione e spettacolo”, andata all’esperto di Caravaggio e amico di Montalcino Bert Treffers, mentre la sezione storiografica se l’è aggiudicata il geografo Leonardo Rombai.
Chiusa un’edizione, già si pensa alla prossima. “Il modo di crescere c’è senz’altro, possiamo migliorare i risultati, la volontà non manca – conclude Alfio Cortonesi – il nuovo corso passerà attraverso un maggiore radicamento territoriale, senza venir meno ai nostri obiettivi scientifici. Il discorso per noi è stato sempre quello di scavare le radici di una problematica attuale, vedere la sua genesi per aiutare a risolverla. Quest’ultimo discorso può avere un radicamento territoriale più solido”.