Il ritorno del premio sezione arte e comunicazione, la finestra sul mondo con una videoconferenza in diretta da Parigi, un tema – “Pratiche di sostenibilità e sfruttamento delle risorse nelle campagne medievali e moderne” – che guarda al passato ma riveste un grande interesse anche per l’attualità, proseguendo un ragionamento avviato lo scorso anno, quando fu affrontato il tema del rapporto tra uomo e ambiente. Sono alcuni dei tratti salienti dell’edizione n. 24 del Laboratorio Internazionale di Storia Agraria promosso dal Cesscalc, il Centro di studi per la storia delle campagne e del lavoro contadino, in programma a Montalcino dal 1 al 4 settembre, per la seconda volta nel Complesso di Sant’Agostino.
“L’edizione 2023 del laboratorio – sottolinea il sindaco Silvio Franceschelli – affronta il tema centrale della relazione tra uomo e ambiente nella relazione agraria. Un tema che nel nostro territorio ha sempre rivestito un aspetto fondamentale nell’ottica della salvaguardia della biodiversità e della capacità di coniugare sviluppo e sostenibilità e di cui Montalcino è stato pioniere”.
I relatori del Laboratorio 2023 saranno Maria Ginatempo, Serena Viva, Antoni Furió, Andrea Zagli, Mauro Ambrosoli, Luigi Mariani, Francesco Salvestrini e Danilo Gasparini. Alcuni docenti del Centro chiuderanno i lavori con una tavola rotonda. Domenica 4 settembre il laboratorio aprirà una finestra sul mondo con una videoconferenza in diretta da Parigi con Mathieu Arnoux, che ha di recente pubblicato il libro Un monde sans ressources. Besoin et société en Europe (XIe-XIVe siècles). Sempre il 4 settembre, nel pomeriggio, avrà luogo la consueta cerimonia di consegna del premio “Città di Montalcino”, che oltre alla sezione storiografica (a vincerlo quest’anno è il geografo e storico Leonardo Rombai) tornerà ad assegnare un secondo premio, con una attribuzione a una personalità di fama internazionale distintasi per la conoscenza della storia dell’arte, Bert Treffers, esperto di livello internazionale di Studi Caravaggeschi, amico e cultore della storia e dell’identità montalcinese.
Il taglio del laboratorio è un’ulteriore chiave della buona riuscita del Laboratorio. Sono rare le iniziative che consentono ai giovani studiosi e studenti di essere a stretto contatto con i docenti per diversi giorni, grazie non solo a lezioni appositamente pensate per avvicinare chi muove i primi passi nella ricerca storica alle fonti e alle tematiche fondamentali: l’atmosfera accogliente e informale che Montalcino offre è un valore aggiunto imprescindibile.
Un primo motivo del successo così duraturo dell’iniziativa risiede nell’attenzione tanto alla dimensione internazionale della ricerca quanto al rapporto con il territorio: infatti, il Cesscalc è stato fondato dai massimi esperti di storia agraria italiana – Massimo Montanari, Alfio Cortonesi, Gabriella Piccinni, Giuliano Pinto, Danilo Gasparini – con un’immediata apertura non solo agli altri docenti universitari italiani esperti in materia, come Raffaele Licinio, prematuramente scomparso. Il laboratorio ha potuto contare fin dalle prime edizioni sulla presenza costante di Jean-Marie Martin e Wilhelm Kurze, prima, cui hanno fatto, poi, seguito altri come Michael Matheus, che è anche componente del consiglio direttivo del Centro, Mercedes Borrero Fernández o Emilio Martín Gutiérrez.
D’altra parte, il Cesscalc ha sempre coltivato una forte attenzione alla dimensione territoriale di cui Montalcino è parte. Il Laboratorio 2023 è così reso possibile grazie al sostegno di numerosi dipartimenti e centri di ricerca italiani e non – Università di Bergamo, Bologna, Cattolica, Chieti-Pescara, Firenze, Siena, Torino e Accademia dei Georgofili, Centro studi longobardi ed École Française de Rome – ma anche della dimensione locale, rappresentata dall’Amministrazione Comunale, dall’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena (misura Reset, progetto “non ho paura del buio”), MontalcinoNews e Opera Laboratori.