Promuovere i prodotti legati ad un territorio unico al mondo, valorizzando la sua biodiversità, l’ambiente, il paesaggio e la cultura, favorire lo sviluppo di un marchio territoriale, fare rete per attrarre finanziamenti altrimenti impensabili per le attività imprenditoriali di piccole dimensioni. Sono alcuni degli obiettivi del Distretto Rurale di Montalcino, primo distretto rurale in provincia di Siena e tra i primi in Toscana. “Il distretto è una delle nuove circoscrizioni che la Comunità europea ha creato per essere più aderenti ai bisogni dei cittadini – spiega Stefano Cinelli Colombini, vicepresidente del Distretto – ci sono delle aree particolari che condividono delle esigenze. Penso ai distretti produttivi, come il tessile a Prato o la ceramica sull’Appennino. Montalcino è un’area che da sola vale una provincia in campo agricolo, sia come fatturato che come assorbimento dei finanziamenti pubblici. Un quarto dei finanziamenti all’agricoltura va a Montalcino perché Montalcino li chiede. Vero che sono contributi in parte a fondo perduto, ma il 60-70% va pagato. Montalcino ha una forza economica particolare, è uniforme, con produzioni simili, ha un’identità ed è diverso dal territorio circostante. Difficilmente troviamo qualcosa di analogo a Buonconvento, San Quirico o Paganico. Siamo diversi e siamo un’economia di punta”.
“Il Distretto – prosegue Cinelli Colombini – ha la possibilità di accedere a finanziamenti specifici, nazionali, regionali e comunitari. Possiamo fare progetti da soli o assieme ad altre entità simili in Europa, possiamo accedere a fondi per la coesione comunitaria, possiamo fare progetti che l’Italia non riesce a fare, unendoci a distretti di altri due Stati europei. Sono progetti al 60% a fondo perduto, l’Italia non è in grado di farli ma noi potremo provarci”.
Il Distretto Rurale è anche il proprietario del marchio Eccellenze di Montalcino, che può coinvolgere tutte le promozioni extra vino, dall’olio al tartufo, dal miele allo zafferano, dai formaggi ai cereali. Prodotti che potranno essere ordinati dai turisti direttamente da alcuni totem collocati nel territorio di Montalcino. “Noi ci abbiamo lavorato moltissimo – aggiunge il titolare della Fattoria dei Barbi – siamo vino e resteremo vino, ma abbiamo una enorme biodiversità culturale e di prodotti che dobbiamo mantenere perché è la nostra ricchezza. Nel quadro di un’economia globale, il territorio deve vivere di vino ma anche di turismo. Bisogna mantenere vivo e vitale questo tessuto, e la valorizzazione di produzioni altre rispetto al vino è una componente essenziale. Parlando di turismo parliamo anche di facilitazioni del turismo, e il discorso dei totem va in questo senso. Il turismo è una risorsa formidabile che finora non abbiamo sfruttato a pieno. Per le aziende vinicole è fantastico, permette un incasso immediato a prezzi più alti, ed è un canale che può crescere mentre difficilmente crescono i canali tradizionali. Il turismo può crescere e può essere alimentato con le straordinarie risorse culturali e un carrello della spesa di prodotti unici che però vanno mantenuti e valorizzati. Questo è il senso dei totem, un esperimento per permettere un facile accesso a questi prodotti. Ma ce ne sono mille di cose che potremmo fare. Il Distretto è un contenitore che chiede a tutti gli interessati a sviluppare le loro attività di partecipare e di farlo insieme, perché è qualcosa che possiamo fare se non andiamo da soli”.
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