Inizia a rilento il 2023 delle due principali denominazioni di Montalcino, come del resto per tante altre denominazioni rossiste italiane. Il Brunello, con 30.431 ettolitri immessi sul mercato nei primi sei mesi dell’anno, registra un -6% rispetto allo stesso periodo del 2022 (32.308 ettolitri), e un -6,6% rispetto alla media degli ultimi dieci anni (32.436 ettolitri). A rivelarlo il report sulle principali denominazioni vitivinicole toscane da parte di Avito, l’associazione che riunisce i Consorzi vinicoli della Toscana. Va molto peggio al Rosso di Montalcino, secondo nei ribassi solo al Montecucco, con un -24% (14.938 ettolitri immessi) rispetto al 2022 (19.657 ettolitri) e un -19,72% rispetto alla media nell’ultimo decennio (17.884 ettolitri). Numeri in controtendenza con il 2022, anno in cui il Rosso di Montalcino ha visto un aumento delle vendite a valore del 19% (+9% del prezzo medio), un exploit della domanda nazionale e ottime performance all’estero, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio prezzi del Consorzio del Brunello, che si basa sulla raccolta dei dati di fatturato forniti dalle aziende che incidono per il 28% sul venduto della denominazione.
“Il Rosso di Montalcino ha superato l’età evolutiva ed ora è a un punto di svolta - dichiara il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci, a pochi giorni da Red Montalcino, l’evento dedicato alla Doc nella Fortezza di Montalcino, in programma il 15 luglio - il prodotto è ben posizionato sul segmento premium e viene da un biennio di risultati importanti: il prezzo medio aumenta (+13% sul biennio), la domanda Horeca risponde molto bene sia in Italia che all’estero, la vendita diretta è in forte incremento per un vino che ha raggiunto la sua piena identità. Compito del Consorzio è ora assecondarne la crescita non perdendo di vista gli equilibri della denominazione e per questo abbiamo avviato un confronto con i soci per definire le prossime strategie di indirizzo”. Secondo Bindocci, l’affermazione del Rosso di Montalcino, sebbene il 2023 si sia avviato in modo più tiepido, impone una riflessione sulla possibilità di aumentare la produzione del Rosso, invariata dal 1997. “La media dell’imbottigliato negli ultimi 5 anni equivale a 4,4 milioni di bottiglie l’anno: per alcuni sono poche - visto l’incremento del mercato - per detenere stock in cantina di un prodotto il cui sfuso arriva a 4,5 euro al litro e i cui declassamenti in uscita sono ormai pari a zero”. Il vigneto, da 26 anni contingentato a 510 ettari, è gestito per il 98% da produttori/imbottigliatori, con solo il 2% dei contrassegni distribuiti a imbottigliatori puri.
Tornando al 2022, tra i principali Paesi esteri, l’Osservatorio segnala crescite superiori al 40% per la domanda statunitense (30% del mercato internazionale) e svedese (top buyer europeo); ben sopra la media anche l’export verso Svizzera e Germania, con Uk, Belgio, Danimarca in segno positivo. Exploit della Francia, che supera il 50% di incremento, mentre scendono Canada, Norvegia, Brasile e l’emergente Sud Corea, dopo il boom della domanda degli anni scorsi. Complessivamente il continente americano rappresenta il primo sbocco per il Rosso di Montalcino, con un’incidenza sull’export totale del 50%, e con gli Stati Uniti di gran lunga prima domanda mondiale. In Italia, il Nord rappresenta il 48% della domanda; tra le regioni, Toscana Lombardia ed Emilia-Romagna le migliori piazze per la Doc ilcinese. Tra i canali, distributori esteri e horeca rappresentano la fetta principale, con la vendita diretta data in forte incremento.
“Red Montalcino”, il 15 luglio, è alla seconda edizione e prevede un focus sul prodotto con il walk around tasting tra 70 produttori (ore 18), ma anche food pairing con le aree a specialità gastronomiche regionali, vegan e fusion (ore 20). Dalle 21 sarà attiva l’enoteca collettiva con servizio sommelier, mentre la mixology sarà la protagonista notturna (dalle ore 22). Il biglietto si può acquistare online (qui) o presso la biglietteria del Complesso di Sant’Agostino.