Oggi pomeriggio al Santuario della Madonna del Soccorso di Montalcino, si sono svolti i funerali di Ilio Raffaelli, 96 anni, storico sindaco di Montalcino scomparso ieri. Tanti i ricordi arrivati in queste ultime ore, dal mondo del vino fino al Comune di Montalcino. Ne abbiamo chiesto uno anche ad una persona che lo conosceva bene e che con lui ha condiviso una parte del percorso nella vita politica cittadina. Parliamo di Maurizio Buffi, assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici nel primo mandato da sindaco di Mario Bindi e vicesindaco nel secondo oltre che segretario del Pci di Montalcino negli ultimi anni da sindaco di Raffaelli. Un protagonista di quegli anni che hanno fatto storia perché se Raffaelli iniziò la rivoluzione ed accese l’idea vincente, Bindi poi la portò avanti in forma concreta. Due grandi sindaci, scomparsi a poco meno di un anno l’uno dall’altro, che meritano di essere ricordati come uomini brillanti e politici di valore. C’è chi dice che non andassero poi così d’accordo ma forse, vedendo i fatti, Bindi e Raffaelli erano più simili di quanto si possa immaginare. “Ero un ragazzo quando ho conosciuto Raffaelli - spiega Buffi alla Montalcinonews - lui aveva un carattere particolare ma era un visionario, riusciva a vedere il futuro con una facilità incredibile. Faceva il boscaiolo, questo mestiere formò il suo carattere. Raffaelli era una persona curiosa e che si è fatta da sé. Fino all’ultimo ha letto tre giornali al giorno, si è formato alla scuola del Pci. Sull’idea di puntare sul vino e l’agricoltura ha avuto ovviamente ragione, fu il primo a parlare di vino come se fosse petrolio. Idee che furono poi concretizzate dalla politica di Mario Bindi perché uno ha rappresentato l’intuizione, l’altro la concretezza. Ed è un peccato che ai funerali di entrambi si sono visti pochi imprenditori del mondo del vino”.
Guarda il video - Ilio Raffaelli: “Montalcino vocata allo sviluppo agricolo, al vino, all’olio”